Scuole aperte, no chiuse
Omeglio chiuse all'occorrenza. Vaccini a novembre, anzi a ottobre. Ma le 48 milioni di dosi ordinate arriveranno entro gennaio 2010. E poi bisogna aspettare che l'Emea, l'agenzia europea del farmaco, dia il via libera o sarà materiale inutilizzabile. Travolti da un'estate fatta di annunci, allarmismi, marce indietro, date e controdate, gli italiani si ritrovano di fronte al problema dell'influenza A con un pizzico di confusione nella testa. Eppure, come dimostrano i 2058 influenzati in Italia, le milioni di telefonate al numero verde del ministero della Salute, i morti nella vicina Spagna, i 2837 decessi nel mondo, l'ultima cosa che si vorrebbe ascoltare è il rumore assordante del caos. Più di un elemento non è chiaro. A iniziare dal livello d'allarme, o di attenzione al fenomeno, che ogni famiglia italiana dovrebbe avere. Qual è il grado di preoccupazione che un genitore ha diritto di manifestare? Chi è incaricato naturale di gestire i rischi di infezione nella Penisola, risponde al nome del viceministro della Salute Ferruccio Fazio. Ma non è l'unico, in questi mesi, a essersi espresso in merito. Anche il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha più volte commentato fatti e decisioni prese nelle stanze del suo dicastero. E i due, a volte, non hanno dato vita a un'unica voce. Rischiando così di creare confusione su apertura delle scuole, numero di vaccini, tempi di vaccinazione, età per ottenere la vaccinazione. A fine luglio Sacconi dichiara: «Verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico dalla fine di novembre a gennaio 2010». Il ministro, nella stessa giornata, spiega che la vaccinazione pandemica «sarà offerta prioritariamente al personale sanitario che dovrà assistere i malati e dai soggetti a rischio di complicanze per patologie, per un totale di 8,6 milioni di soggetti, entro la fine del 2009». Insomma, parliamo di fine anno. A inizio settembre il suo vice, Fazio, sembra più ottimista. E annuncia: «C'è stato garantito che i vaccini ci saranno consegnati entro il 15 novembre, anche se probabilmente potremo averli già il 15 ottobre». Ottobre, novembre, dicembre o gennaio? Anche settembre, perché Fazio domenica scorsa svela: 500 mila dosi sono già arrivate. Sempre a fine luglio. Sacconi si preoccupa della fascia a rischio contagio. Poiché i bambini e i giovani, dice, «sono maggiormente suscettibili a tale infezione, e quindi serbatoi di diffusione della stessa, si sta considerando di vaccinare anche tale fascia di popolazione, pari a 15,4 milioni di soggetti tra i 2 e i 27 anni, dal gennaio 2010». Di nuovo a inizio settembre. Fazio, in merito alla vaccinazione per i più piccoli, chiarisce che «non esiste una valutazione completa per i ragazzi sotto i 18 anni e per le donne in stato di gravidanza. Abbiamo chiesto come comportarci al Consiglio superiore di sanità, dove siedono i massimi esperti italiani». Poi il viceministro chiosa: «A febbraio, comunque, quando saranno completati i test, vaccineremo anche i più giovani». Peccato che febbraio sembra un miraggio e proprio gli esperti, anche se il virus avanza lentamente, parlano di un'influenza di massa nei mesi prossimi con un picco dei contagi previsto per Natale, tra il 18 dicembre e il 18 gennaio. Non che il ministero non stia mettendo in campo tutte le forze per affrontare l'influenza, pochi malfidati penserebbero questo. Ma, è probabile, la comunicazione non è stata impeccabile. Anche sul ritorno a scuola di milioni di alunni, durante l'estate è stata scatenata una lunga polemica, tra chi le voleva aperte subito e chi voleva posticipare. Solo in questi giorni, a una settimana e mezzo dall'inizio delle lezioni, si è fatta chiarezza. «È da escludere che le scuole vengano chiuse e lo stesso vale per i luoghi pubblici e di lavoro», dice Sacconi. Fazio spiega che, in caso di necessità, «ci saranno chiusure mirate come successo a Roma prima dell'estate». Sull'esclusione di un'apertura posticipata degli istituti i due sono d'accordo.