Il Cav:"Stampa in pericolo? Barzellette" Franceschini: "Ricorda il fascismo"
Silvio Berlusconi al contrattacco sul fronte informazione: "E' in atto - ha detto a Mattino Cinque - una campagna eversiva" che punta alle dimissioni dell'esecutivo "contro la volontà del popolo": il fatto che non ci sia libertà di stampa in Italia "è una barzelletta di una minoranza cattocomunista e dei suoi giornali. Libertà di stampa non è libertà di mistificare, di insultare e di calunniare, per questo mi sono rivolto alla magistratura". Ma dal Pd Dario Franceschini replica: "Lui pensa che sia un'offesa, perchè non sa o finge di non sapere che i comunisti italiani si sono battuti assieme a persone di altre culture politiche, tra cui la mia, per riconquistare la libertà nel nostro Paese, per sconfiggere il fascismo che lui, invece, ricorda così da vicino con questi attacchi alla libertà di stampa". Il premier sostiene poi di "veleggiare" attorno al 70% nel gradimento degli italiani e si dice convinto che "la maggior parte degli italiani, nel loro intimo vorrebbero essere come me. Perchè mi conoscono e sanno come mi comporto, sanno che Berlusconi non ruba e non utilizza il potere a suo vantaggio personale, come hanno fatto quasi tutti coloro che, soprattutto dall'altra parte politica, mi hanno preceduto inquesta difficile responsabilità". Altro tema caldo le presunte tensioni con il Vaticano e anche qui Berlusconi non ha dubbi: "I rapporti del governo e miei personali" con la Santa Sede "sono eccellenti da sempre e alimentati da dialogo continuo". Quanto a un possibile incontro con il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, il presidente del Consiglio rileva: "Non è in agenda, non ne vedo la necessità. Si sono inventati che io avrei chiesto degli incontri: non ho chiesto nulla, perchè non c'è nulla da chiedere". Ma l'opposizione non ci sta: Per Antonio Di Pietro Berlusconi è un "dittatore di ritorno" contro il quale "bisogna organizzare una resistenza democratica". "Sono mesi che Berlusconi cerca quotidianamente di coprire la crisi della sua politica e l'inizio del suo personale declino - aggiunge Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori del Partito democratico - dire che i suoi consensi veleggiano verso il 70 per cento, senza aggiungere come, quando e dove e' stata ricavata una simile cifra significa solo voler manipolare l'opinione pubblica". Secondo il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi: "La sola idea di un'informazione controllata da comunisti e cattocomunisti al novanta per cento e' evidentemente ridicola. Questa ennesima provocazione del capo del governo, pero', non puo' essere sottovalutata: il premier controlla le televisioni e, direttamente o indirettamente, una buona fetta della stampa".