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«I cristiani si impegnino in politica»

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DomitillaConte VITERBO I cattolici non devono «avere paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società», dall'informazione alla politica, anzi, «è questo l'impegno sociale, il servizio proprio dell'azione politica»: mentre non accenna a calare l'attenzione sul caso dell'ex direttore di Avvenire oggetto di violenti attacchi da parte del Giornale di Feltri, papa Ratzinger invita il mondo cattolico a essere presente. E lo fa durante una celebrazione eucaristica alla quale assiste anche il «grande tessitore» dei rapporti tra Chiesa e Stato, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. La visita pastorale a Viterbo e Bagnoregio, messa in cantiere un anno fa in omaggio alle teorie su fede e ragione di san Bonaventura, cade nel mezzo di una fase non facile per i rapporti tra Stato e Chiesa, una questione nella quale Benedetto XVI non entra mai direttamente nei suoi discorsi pubblici. I pochi minuti a stretto contatto con Letta non hanno lasciato spazio a molto di più di un saluto che però - a detta dell'inviato del governo e gentiluomo di Sua Santità - testimonia «clima sereno» e «rapporti solidi» tra le due sponde del Tevere. La visita, che già si prevedeva concentrata su temi religiosi, si consuma all'insegna della sobrietà: nessun applauso alla messa nella Valle Faul per espresso volere del pontefice, e nessuna deroga ai discorsi scritti. Il che non ha impedito al Papa di dire con chiarezza quanto gli sta a cuore. Per fare del mondo un «campo di genuina fraternità», ispirato al dialogo e al rispetto reciproco - spiega - la Chiesa deve agire in tre direzioni: educare alla fede, testimoniarla ed essere attenta ai segni di Dio. Un dovere, quello della testimonianza, che spetta soprattutto a «fedeli laici, giovani e famiglie», ai quali il Papa parla in modo diretto: «Non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società». «Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali - ha proseguito - ma non muta e non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana, al passo con i tempi. Ecco l'impegno sociale - ha sottolineato - ecco il servizio proprio dell'azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale». E perchè questo si avveri, il Papa affida alla Madonna della Quercia, nel cui Santuario fa tappa a metà giornata ospite delle suore di clausura, una intensa preghiera, affinchè vigili «sul successore di Pietro e sulla Chiesa affidata alle sue cure», «sull'Italia, sull'Europa e gli altri continenti», «sui popoli e il loro governanti». Alla Vergine Ratzinger affida anche «l'unità delle nostre famiglie, oggi tanto minacciata da ogni parte», riprendendo in parte le preoccupazioni espresse ieri a Cernobbio dal card.Ruini. Poi, a Bagnoregio, l'omaggio a san Bonaventura dà spunto a Benedetto XVI per un ultimo appello a riscoprire la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divina« e un invito ad abbracciare una fede 'amica dell'intelligenzà superando i »fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia«, e a »contribuire con coraggio alla salvezza dell'umanità«. Una fede alla quale i teologi »sono chiamati a rendere servizio«. Nella lunga giornata del Papa trova spazio anche un monito contro la guerra e a non ripetere la »barbarie« della Seconda guerra mondiale, indirizzato all' Angelus ai partecipanti all'incontro interreligioso organizzato da Sant'Egidio a Cracovia. Che l'attenzione più alta sia però riservata ai temi politici, lo conferma comunque anche la preghiera dei fedeli letta durante la funzione, in cui si è pregato affinchè le »autorità civili« cerchino »il bene di tutti« »senza favoritismi personali«. Alla messa erano presenti il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, e i 24 vescovi del Lazio. Tutti i presuli hanno tenuto rigorosamente le bocche cucite sui fatti e le polemiche degli ultimi giorni.

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