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Pdl contro la sentenza di Recco Il caso finisce in Parlamento

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GregorioFontana, deputato del Pdl e Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, non usa mezzi termini per apostrofare la decisione del giudice di pace Massimo Fonticelli di non procedere nei confronti del cinquantenne di origine albanese trovato nel golfo del Tigullio in violazione del reato di clandestinità. In pratica il giudice di Recco ha motivato il «non doversi procedere» poiché l'imputato era «incensurato, non aveva mai avuto problemi con la giustizia e svolgeva un'attività lecita, seppure in forma irregolare, così che non appariva giustificata l'azione penale nei suoi confronti» secondo i requisiti dell'articolo 34 del decreto legislativo 274/2000. «I casi sono due - continua il deputato del Pdl - : o la norma di legge lascia così ampi spazi di interpretazione al magistrato tanto da rischiare di essere totalmente aggirata o vanificata, e allora è necessario che il legislatore corregga al più presto la legge in maniera tale da non lasciare aperta la possibilità a sentenze che vanno nel senso contrario alla volontà della maggioranza che in Parlamento ha votato una legge che stabilisce che la clandestinità è un reato e come tale va perseguito, oppure il magistrato ha ecceduto nel suo potere creando di fatto, al di fuori di ogni suo ruolo, una norma ad hoc. Per chiarire questa vicenda - conclude Fontana - ho presentato una interrogazione parlamentare ai ministri Alfano e Maroni affinchè possano riferire al più presto sulla vicenda». Dello stesso avviso anche Isabella Bertolini, deputata e membro della direzione nazionale del PdL: «Per il Giudice di Pace di Recco la clandestinità ed il lavoro irregolare non vanno perseguiti, anzi vanno legittimati. L'assoluzione del clandestino di crea un grave precedente. Oggi in Italia la clandestinità è un reato e come tale va perseguito. Sentenze come questa vanificano il difficile lavoro delle forze dell'ordine e sono in contrastocon le leggi votate dal Parlamento italiano».

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