L'idea Mentana al Tg3 ora spaventa la sinistra
Dopo aver riempito gli scatoloni con le sue cose, bevuto un prosecchino con i colleghi di "Matrix" e salutato l'usciere degli studi, prese fiato e sospirò: «Sono ufficialmente tornato signorino». Diciassette anni con il Biscione gli pesavano dentro, e del resto Mentana era sicuro di trovare subito un posto. Che diamine. Neanche il tempo di una guerra lampo con la dirigenza Mediaset e di annunciare urbi et orbi le sue dimissioni, e Chicco incassava già la solidarietà di Veltroni: «È un giornalista di primissimo livello, e questa è una vicenda esemplare. Tutto ciò che non è organico al premier è un ostacolo, e quindi diventa intollerabile». Il senatore Villari giurava di volersi fare «promotore di un appello perché il servizio pubblico non si lasci sfuggire l'occasione» di ingaggiare l'ex direttore editoriale della concorrenza. C'era insomma nell'aria la sensazione che "Mitraglia" non sarebbe rimasto single a lungo: non era forse stato identificato come un "infiltrato" della sinistra da quel "comitato d'affari" mediatico che gravitava attorno ad Arcore e dal quale si era scoperto ripudiato? Eppure, è finito l'inverno, sono trascorse primavera ed estate, e Chicco è rimasto lì a grattarsi i ricci sulla nuca, immalinconendosi come una Sora Camilla qualunque. A metà agosto sembrava a un passo dall'insediarsi finalmente al timone dell'informazione Sky, con la benedizione (dicono) dello stesso Murdoch in chiave anti-premier. E chi si mette a sottolineare ad alta voce che proprio lì il suo antico vice (al Tg5) Carelli è il meglio che c'è in giro? Veltroni, portavoce di lusso dell'ala franceschiniana del Pd. Così, alla Sora Camilla ora non resta che confidare nell'approdo al fortino di Telekabul, tutto sforacchiato di proiettili della maggioranza assediante. Data la fama di giornalista senza macchia né padrone, il Tg3 parrebbe una piazzaforte ideale per le sue rinnovate ambizioni. Ma proprio lì, a sinistra, qualcuno sente attorno alla penna di Chicco l'odore sgradevole sprigionatosi nella lunga frequentazione con Silvio, e teme il trappolone. D'altra parte, il nome di Mentana per la direzione del Tg3 non arriva dal quartier generale del Pd, ma da un ristretto "think tank" della maggioranza, in combinato disposto con l'ipotesi per la direzione della stessa rete, quel Giovanni Minoli che però ha la controindicazione di dover infilare l'imbuto della pensione tra non più di otto mesi. Due craxiani, dunque, ma fior di professionisti, buttati lì in una (troppo) lunga volata per le poltrone vacanti di Viale Mazzini. I Democratici non se la sentono di accogliere il "suggerimento" del centrodestra, e poi è lo stesso presidente Rai Garimberti a sostenere che ogni segnalazione partita dall'esterno dell'azienda non sarà recepita; nè il direttore generale Masi ha messo le nomine all'ordine del giorno del Cda di mercoledì prossimo. L'ammuina può così davvero durare fino al congresso Pd del 25 ottobre: le pedine da spostare devono rappresentare correntoni, correntine e schegge sparse del partitone che verrà. Dove piazzare l'attuale direttore del Tg3 dalemian-bersaniano Antonio Di Bella? Non certo al Gr Parlamento, come temerariamente suggerisce qualcuno vicino ai vertici Rai: forse invece proprio al posto del responsabile della rete, il franceschinian-veltroniano Paolo Ruffini. A quel punto, resterebbero in corsa due candidati (Barbara Palombelli è solo un'idea di sbarramento) per Telekabul: Bianca Berlinguer, graditissima a Samuele & Baffino e apparentemente molto favorita per il rush finale, o il solito Mentana. Che per mostrarsi equanime, onesto e incorruttibile l'altra sera alla Festa Nazionale del Pd è andato a intervistare D'Alema, cercandone la benedizione, subito dopo aver tessuto l'elogio del Berlusconi editore tv: «Quando ero al Tg5 mi lasciava ogni libertà, mi diceva: "faccia come vuole"». E occhio a sostenere che il Cavaliere abbia deprivato la società di valori alti attraverso una programmazione trash: «Perché - ha spiegato Chicco - se girate il mondo le uniche cose che trovate in qualsiasi Paese sono il Grande Fratello, Beautiful e la Ruota della Fortuna. Quindi, attenti a dire che è sempre tutta colpa del Cavaliere». Che da brava «suocera», avrà inteso il messaggio trasversale di Sora Camilla Mentana. Sarà per questo che i promessi sposi del Pd, dopo averlo tanto corteggiato, cominciano a pensare che questo matrimonio non s'abbia da fare. Non si sa mai chi ti metti in casa, nella vecchia, diroccata Telekabul.