Silvio Berlusconi e Napolitano d'accordo sul clima sereno

La prima parte dell’incontro tra Napolitano e Berlusconi è stata dedicata solo all’Unità d’Italia. Ma tra i due era inevitabile uno scambio di battute anche su altre questioni. Un colloquio di oltre un'ora in cui si è parlato a lungo di quel piano tanto auspicato dal Capo dello Stato e chiuso negli ultimi giorni dal ministro competente Sandro Bondi. Nessuna conferma ufficiale. Ma, a quanto raccontano fonti ufficiali, Napolitano e Berlusconi hanno parlato anche delle questioni di più scottante attualità: in primis la vicenda Boffo. All'invito del capo dello Stato di voltare a questo punto pagina, il premeir avrebbe ribadito quanto detto in pubblico diverse volte e cioè che in tutta questa vicenda lui è la prima vittima. Basti ricordare tutti gli attacchi alla sua persona, alla sua privacy e al suo lavoro che i giornali da mesi stanno attuando. Un meccanismo che ha travolto anche la sua famiglia e verso il quale lui è il primo a opporsi. Lo ha fatto quando si è trattato di lui. LO ha fatto anche in questa ultima vicenda, prendendo da subito le distanze da Vittorio Feltri e da Il Giornale. Lo ha fatto anche ieri mattina, uscendo dalla visita del Coi (Comando operativo interforze), commentando gli ultimi resoconti dei giornali con i suoi commenti "privati" alle dimissioni el direttore di Avvenire. Innanzitutto, si diceva, il piano per l'anniversario dell'Unità d'Italia. Sono state approvate le undici opere già previste dal governo con l'impegno per il reperimento dei fondi necessari per quattro di esse: il Palazzo del cinema a Venezia, l'Auditorium del Maggio a Firenze, il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e l'Auditorium di Isernia. Più uno spazio privilegiato dedicato alle iniziative culturali e storiche, con il coinvolgimento delle scuole e della tv. Durante l'incontro il capo dello Stato ha preso atto con soddisfazione che il governo ha recepito il suo impulso a definire senza ulteriori ritardi il programma delle manifestazioni. Ora il piano verrà esaminato in uno dei prossimi Consigli dei ministri, anche se restano ancora da definire alcuni passaggi e il Quirinale non mancherà di vigilare in questo senso. Non a caso Napolitano, come aveva fatto con una lettera alla fine di luglio ribadendolo poi nelle scorse settimane, è tornato a sollecitare il governo sulla necessità di coinvolgere pienamente il comitato per le celebrazioni del 2011, presieduto dall'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Chiuso il capitolo Unità d'Italia, comincia uno scambio di battute sull'attuale clima, con la vicenda Boffo che ancora tiene banco nel dibattito politico e sulla quale, a sorpresa, ieri è intervenuto anche il presidente del Senato Renato Schifani. La seconda carica dello Stato ha fatto proprie le parole di Fini contro l'imbarbarimento tra media e maggioranza, scaturito dalla vicenda legata al direttore dell'Avvenire, e ha espresso la sua solidarietà a Dino Boffo. All'invito di Napolitano ad abbassare i toni, a cercare di allentare la tensione che si è creata nelle ultime settimane, il premier avrebbe ribadito di essere sulla stessa linea. Compito che però non viene reso facile dalla stampa, dai tanti racconti "inverosimili" che i giornali riportano di ciò che accade. In questo senso, rivelatore dello stato d'animo del Cavaliere è il duro attacco fatto in mattinata ai cronisti: «Povera Italia, con un sistema informativo come questo, sui giornali c'è tutto il contrario della realtà; abbeveratevi alla disinformazione di cui siete protagonisti». Parole che hanno riattizzato il fuoco della polemica politica, alimentando lo scontro tra i due schieramenti ma anche con la Federazione della stampa che ha definito sprezzanti le sue parole ribadendo la validità della manifestazione di piazza indetta per il 19 settembre.