Berlusconi: "Ora disarmo bilaterale"
Disarmo. Anzi, in qualche caso ha insistito: «Disarmo, disarmo, disarmo», ha ribadito per tre volte facendo il verso al battagliero resistere, resistere, resistere che fece risuonare Francesco Saverio Borrelli contro di lui. Ma ha anche precisato: «Che disarmo sia. Ma non potrà essere unilaterale. Almeno deve essere bilaterale». Insomma, il premier vuole ricucire. O meglio. Per il momento vuole deporre le armi e tentare una pace. In questi giorni in più di un'occasione è rimasto colpito dall'attacco a Boffo: gli assalti personali non gli sono mai piaciuti anche se questa volta voleva vedere che cosa provavano quelli che gli puntano il ditino a trovarsi nella stessa situazione, con la vita privata sbudellata e messa in pubblico. «Non ho nulla contro Boffo - ha ripetuto -. Nemmeno lo conoscevo prima. Mi dispiace quello che gli è successo». Gli è stato anche spiegato che non era, l'ex direttore di Avvenire, della schiera che lo fustiga. «Non vorrei fosse fatto ad altri quello che è stato fatto a me», ha spiegato il premier. Ma tant'è. La vicenda è chiusa, si apre una nuova pagina. Si media. Quando è arrivata la notizia la riunione dei ministri era in corso. Nessun commento. Nessuna battuta. Non una parola. La discussione è andata avanti come se nulla fosse. Segnale evidente di come il presidente del Consiglio voglia ora solo abbassare i toni, voltare pagina. Su cosa trattare? Anzitutto ora alla Camera arriva la legge sul testamento biologico, tema assai caro al Vaticano e sul quale il Cavaliere tre giorni fa ha parlato di libertà di coscienza per i deputati del Pdl. Altro tema le scuole cattoliche, che attendono finanziamenti. Ma soprattutto, quello a cui starebbe pensando il presidente del Consiglio, è un'apertura sull'immigrazione. Il che non significa certo cambiare rotta rispetto alla politica di respingimenti attuata dal governo. Ma affiancarla ad una maggiore facilità nell'integrazione degli immigrati. Il Cavaliere pensa ai prossimi obiettivi, alle cose da fare nei prossimi mesi, ai risultati da raggiungere. Del resto il saluto che Berlusconi ha fatto ai ministri va proprio in questa direzione. All'inizio il rituale saluto di accoglienza post-ferie, poi l'esortazione a lavorare intensamente nei prossimi mesi e ha avvertito: «Preparatevi, arriveranno altri attacchi». Poi ha ricordato l prossimo sarà un anno elettorale con le regionali alle porte. E s'è lasciato scappare: «Con l'Udc quanto prima dovremo un modo che riapra il dialogo». Per Berlusconi la vicenda Boffo deve essere superata dai fatti. Ecco perché mentre le agenzie battevano la notizia delle dimissioni del direttore di Avvenire, con l'immediato tam tam di dichiarazioni, commenti, accuse e smentite, il premier riportava l'asse dell'esecutivo sull'agire. Partendo da un concetto cloù che lui stesso ha ripetuto più di una volta: «Il buon governo ha battuto il gossip. Abbiamo risolto i problemi reali». Ovvio che nel gossip citato dal Cavaliere ci sia dentro tutto, partendo dalle vicende di Noemi Letizia e Patrizia D'Addario, per finire con gli scatti fotografici su Villa Certosa e la sua famiglia. Berlusconi dice ora stop alla politica chiacchierata e spiata dal buco della serratura, ai rumors che per troppo tempo hanno tenuto banco all'interno dei palazzi della politica e sulla pagine dei giornali. L'offerta di disarmo per ora è con la Chiesa. Ma il Cavaliere ha una gran voglia di smettere di guerreggiare. Persino con Repubblica.