Boffo si dimette. Anzi no Si cerca l'uscita morbida
Loscontro tra il Vaticano e il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, non accenna a placarsi. Anzi la tensione tende a salire almeno a sentire le dichiarazioni del giornalista che ieri in un intervento a un dibattito a Radio Anch'io ha rincarato la dose sull'origine delle informazioni sulle quali il quotidiano ha impostato la sua campagna: «È girata anche una velina, ma non è una velina dei servizi segreti ma della gendarmeria del Vaticano». Un'accusa precisa che è stata immediatamente smentita dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che perde per un attimo le staffe: in Vaticano non ci sono «servizi segreti» e, anche se si riferiva alla Gendarmeria, responsabile della sicurezza della Santa Sede, «smentisco nel modo più categorico - dice Lombardi - questa infondata affermazione». E accusa Feltri di voler «fomentare confusione diffondendo false accuse». La Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, sceglie invece la linea del silenzio. Insomma nervi ancora tesi e una vicenda non ancora chiusa sulla quale si inserisce anche Il «giallo» sulle presunte dimissioni respinte del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo - date per certe questa mattina da un quotidiano - sembra risolversi nella serata di ieri con una comunicazione del cdr del giornale dei vescovi alla redazione dopo un colloquio con l'interessato. «Non c'è niente, di niente, di niente», avrebbe detto Boffo ai suoi giornalisti: «voi sareste stati i primi a saperlo». L'uragano suscitato dalla pubblicazione della presunta velina su presunte molestie sessuali da parte del direttore Boffo sul Giornale diretto da Feltri non si smonta. Ieri mattina, sopra le grida del quotidiano dei proprietà di Paolo Berlusconi («Il direttore di Avvenire ha mentito») e quelle di Avvenire («Le carte confermano, caso montato ad arte») si è levato il sussurro del Corriere della Sera che, senza citare fonti, annunciava che «ieri Dino Boffo è andato a Roma e ha presentato le dimissioni da direttore di Avvenire al presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che le ha respinte». Inutile chiedere spiegazioni: telefoni spenti, impegni urgenti, nessuna smentita ufficiale. «Non ce n'è bisogno - si è limitato a sottolineare un alto prelato - non dobbiamo rispondere a ogni articolo di giornale e in questo momento forse è meglio il silenzio». A invitare al silenzio sulla vicenda è stato anche il vicepresidente della Cei, mons.Agostino Superbo, il quale, dalla sua diocesi di Potenza, ha riconfermato la solidarietà a Boffo, affermando che «non ha commesso nulla di rilevante». A svelare, ma non del tutto, il mistero, è il cdr di Avvenire che nel pomeriggio di ieri ha riferito alla redazione di un colloquio con il direttore. «È vero - ha detto Boffo ai suoi giornalisti - ieri sono stato a Roma», ma l'articolista si è affidato a «semplici deduzioni».