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La voce, tra conferme e smentite, circola con insistenza da qualche giorno.

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Dopotuttoil congresso del Partito Democratico non è ancora stato celebrato e quindi è un po' difficile pensare al futuro. Fatto sta che Pier Luigi Bersani, sentendosi ormai ad un passo dalla segreteria, avrebbe già pensato a un'offerta per concedere l'onore delle armi allo sconfitto Dario Franceschini: la poltrona di governatore dell'Emilia Romagna. Fantapolitica? Forse. Visto che per ora la discussione all'interno del partito si è occupata di «alleanze larghe» e «primarie di coalizione». Di certo c'è che l'attuale presidente Vasco Errani ha scelto di schierarsi nella battaglia congressuale al fianco dell'ex ministro. E questo potrebbe fruttargli, dopo due mandati in Regione, una chiamata a Roma. Tra l'altro, nonostante Romano Prodi abbia benedetto una sua ricandidatura, la legge impedisce una nuova elezione dopo due legislature consecutive e, soprattutto, lo impedisce lo statuto del Pd. Insomma ci sono tutti gli elementi per pensare che Errani non sarà il prossimo candidato governatore. Ecco allora spuntare l'«idea» Franceschini. Un'ipotesi che l'entourage del segretario-candidato smentisce seccamente perché, spiegano, «sarà lui a vincere il congresso e non certo Bersani». E comunque, aggiungono, «per accettare un esilio dorato in Emilia Romagna il risultato deve essere disastroso». Ma i «difensori» di Dario dimenticano un illustre precedente. Nel 2004, infatti, Sergio Cofferati era all'apice del successo e in molti lo consideravano il candidato naturale alla segreteria dei Ds. Eppure Massimo D'Alema riuscì a convincerlo a correre per il comune di Bologna. Quella del promoveatur ut amoveatur è una «specialità» del lìder Maximo. E stavolta, ad aiutare, ci sarebbe anche la giustificazione del congresso. Tra l'altro, nei mesi scorsi, era circolata un'altra voce poi messa subito a tacere: la possibilità di candidare Walter Veltroni alla Regione Lazio. Insomma Bersani e i dalemiani starebbero preparando esili dorati per i loro avversari. E forse non è un caso che Antonio Bassolino, dato in pole position per tornare a ricoprire il ruolo di sindaco di Napoli, ieri abbia declinato l'invito: «È una discussione surreale che mi fa anche un po' sorridere». Dopotutto, per uno che ha scelto di schierarsi con Bersani, l'obiettivo è Roma. Nic. Imb.

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