Respingimenti, Maroni tira dritto
Il copione è sempre lo stesso. L'Italia decide di respingere i clandestini avvistati nel canale di Sicilia e la Commissione europea si impunta. E se la Commissione bacchetta, e l'Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) tuona «volevano solo asilo», il ministro dell'Interno Roberto Maroni risponde: «Continueremo a respingere». Il tutto ha avuto inizio a Bruxelles, quando il portavoce dell'esecutivo comunitario, Dennis Abbott annuncia: «Siamo a conoscenza» delle ultime notizie riguardanti il respingimento verso la Libia di un gommone con 75 migranti tra i quali 15 donne e tre minori e «invieremo una richiesta di informazioni ai due Paesi interessati, Italia e Malta, per poter valutare la situazione». Ma la Commissione non si accontenta di valutare, vuole anche sottolineare il fatto che «qualunque essere umano ha diritto di sottoporre una domanda che gli riconosca lo statuto di rifugiato o la protezione internazionale». Ma non basta e si rievoca anche la lettera del 15 luglio scorso scritta dal commissario alla Giustizia, Jacques Barrot dove si sottolinea che «gli Stati non possono respingere dei rifugiati alle frontiere dei territori in cui la loro vita e la loro libertà potrebbe essere minacciata a causa della loro razza, religione e nazionalità». Un'appello che non lascia impassibile il ministro Maroni. Così, proprio mentre il gommone è riuscito ad attraccare al porto di Al Zuwarah, vicino Tripoli e dopo che sul pattugliatore della Guardia di Finanza si era assistito a momenti di tensione dato che gli immigrati non volevano salire sulle unità libiche, Maroni ha messo le cose in chiaro: «L'accordo con la Libia funziona. Continueremo in questa direzione per garantire l'Italia e l'Unione europea e per tutelare la sicurezza agli immigrati». E per togliere ogni dubbio sulla bontà dell'accordo siglato tra Berlusconi e Gheddafi ecco che Maroni cita alcuni dati: «Tra il 1 maggio e il 30 agosto del 2008 sono arrivati in Italia 14 mila clandestini. Nello stesso periodo del 2009 ne sono arrivati 1.300. Il sistema funziona e in questo modo si evitano tragedie come quelle che abbiamo visto negli ultimi giorni». Quanto agli sbarchi e ai respingimenti registrati nei giorni scorsi Maroni lancia un appello ai cronisti: «Usate prudenza, bisognerebbe accertare certe cose prima di dare informazioni. Il respingimento di ieri (domenica, ndr) è avvenuto in acque internazionali». Inoltre, ha spiegato il ministro, «il barcone di qualche settimana fa che trasportava 75 curdi e iracheni, così come riportavano gli organi di informazione, portava invece egiziani, che sono tra l'altro già stati rimandati in Egitto». Ma indipendentemente dalla nazionalità dei clandestini, anche il respingimento di domenica è diventato argomento di discussione tra maggioranza e opposizione. Così Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: «La diminuzione del 94% degli sbarchi dopo l'accordo Italia-Libia, che la sinistra non riuscì a compiere, dimostra quanto di buono stiamo facendo». A favore del governo è intervenuta anche Margherita Boniver (Pdl), presidente del comitato parlamentare Schengen: «I capisaldi dell'azione del Governo sono il contrasto, l'integrazione e l'accoglienza dei richiedenti asilo i cui numeri dicono chiaramente che l'Italia è un Paese pienamente rispettoso delle norme internazionali». Critiche arrivano invece dall'opposizione. E ad Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato per la quale «a causa dei respingimenti, l'Italia rischia di distinguersi dal resto dell'Unione europea per assumere un triste primato di crudeltà», risponde il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano: «È più crudele chi opera i respingimenti e, impedendo a imbarcazioni di fortuna di attraversare il Mediterraneo, impedisce anche le disgrazie e le morti, o chi contrasta i respingimenti, pur concordati dal governo che a suo tempo appoggiava, e quindi lo strumento che da maggio 2009 evita la moltiplicazione delle tragedie?».