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La Cei interviene Bagnasco: disgustoso l'attacco a Boffo

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Dopo ventiquattr'ore di silenzio, arrivano le parole, pesanti come pietre, del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. «Un fatto disgustoso e molto grave». Sulla prima pagina del Giornale, ieri, un altro titolo al vetriolo con l'ennesima bordata contro Dino Boffo, il direttore dell'Avvenire, quotidiano della Conferenza episcopale italiana. «La rabbia dei moralisti smascherati» titola Feltri che nell'editoriale ribadisce che «la notizia che riguarda Boffo è vera e purtroppo per lui non è una sciocchezza irrilevante». Inoltre sottolinea che lo stesso direttore dell'Avvenire «non smentisce i fatti a lui attribuiti». Quindi Feltri sottolinea la sua indipendenza: «Non sono affatto pentito. Berlusconi ha diramato un comunicato nel quale si dissocia dal Giornale perchè contrario alle polemiche sulla vita intima di chiunque -scrive Feltri- Ci saremmo stupiti se il premier avesse detto il contrario, e cioè che approvava la nostra iniziativa». Quanto alla Cei, per Feltri «non senza imbarazzo ha espresso generica e formale solidarietà a Boffo; non poteva fare diversamente. Forse non era al corrente del vizietto del suo portavoce giornalistico e, quand'anche fosse stata informata, sperava non sarebbero uscite indiscrezioni e ora, colta alla sprovvista, deve riflettere sul da farsi». Ma mentre Feltri tuona dalle colonne del Giornale, il cardinale Angelo Bagnasco prima di celebrare la messa per la festa del santuario della Madonna della Guardia, invia un messaggio secco: «L'attacco che è stato fatto al dott. Boffo direttore di Avvenire è un fatto disgustoso e molto grave». E poi: «Rinnovo a Boffo tutta la stima e la fiducia mia personale e quella di tutti i vescovi italiani e delle Comunità cristiane. Il giorno precedente, in quel venerdì più difficile per i rapporti tra Governo e vertici della Chiesa, non aveva voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti che lo aspettavano alla partenza del pellegrinaggio a piedi della vigilia della Festa della Madonna della Guardia alle pendici del Monte Figogna. Infine conclude l'omelia con una frase che suona come un monito: «Si dirà forse che il mio dire è una forma di ingerenza in ambiti che non sono di mia competenza. Perchè, invece, non pensare ad un contributo che la Chiesa in moltissime forme, religiose e pastorali, culturali e sociali, offre alla riflessione di tutti e per il bene comune?» A difesa di Boffo anche l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori che dichiara la stima al direttore dell'Avvenire e avverte: «quei fogli anonimi che circolano in questi giorni, assurti al rango di informativa, li ho sempre ritenuti, come ogni missiva anonima, degni del cestino della spazzatura, quella spazzatura da cui provengono e devono tornare». Ieri l'Avvenire ha scelto un profilo basso evitando titoloni o editoriali e l'Osservatore Romano ha deciso di tenersi fuori dalla polemica e ha riportato solo il commento al caso Boffo rilasciato ai giornalisti da Bagnasco, prima di pronunciare l'omelia. Dal Pdl pochi interventi. Il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto attacca a testa bassa la Repubblica che «da mesi sta concentrando il fuoco sulla vita privata di Berlusconi, determinando una ulteriore svolta, sempre in peggio, nella lotta politica del nostro Paese». E il capogruppo al Senato Gasparri rilancia: «Ezio Mauro si lamenta? Piuttosto paghi le tasse e si scusi». Per il ministro della Difesa La Russa c'è «un imbarbarimento nella lotta politica». Il presidente del Senato Schifani invita a abbassare i toni e a non far entrare nella politica i fatti privati.

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