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Gasparri: "Repubblica è responsabile di tutto"

Maurizio Gasparri

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«Tutto è cominciato da Repubblica e da alcuni giornali che gli hanno fatto la grancassa. Non potendo sconfiggere Berlusconi in altro modo, giacchè ha il consenso della maggioranza degli italiani, allora Repubblica cerca di colpirlo facendo ricorso ad attacchi personali». Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, allarga le braccia sconfortato. Brutto clima, presidente, vero? «Sì, è un momento brutto e temo che la campagna di veleni continuerà a lungo. Ma io sono convinto che la gente poi sa distinguere le polemiche e gli attacchi pretestuosi, dai fatti concreti del governo». Gasparri parla di «voltare pagina», di smetterla con le polemiche e quanto ai rapporti con la Chiesa non teme in una frattura irreparabile. Lei parla di grancassa, a quali giornali si riferisce? A l'Avvenire? «Mi riferisco al Corriere della Sera che ha fatto da cassa di risonanza degli attacchi sferrati da Repubblica. L'Avvenire ha pubblicato alcune lettere con le risposte, non ha avuto l'atteggiamento di Repubblica. Ma sia ben chiaro: quello che è accaduto in questi giorni riguarda il Giornale e non le forze politiche. Io non approvo gli attacchi di tipo personale: li abbiamo deprecati quando si sono verificati nei confronti di Berlusconi ed è coerente deprecarli quando avvengono nei confronti di altre persone come nel caso di Boffo, che è un direttore che svolge il suo lavoro con grande serietà e che stimo come persona. I giornali scrivono quello che vogliono e se ne assumono la responsabilità. Non è corretto trarre le conclusioni politiche come se dietro al Giornale ci fosse il Pdl. Peraltro la linea perseguita da Feltri non si è rivelata utile sul piano dei rapporti generali». Si riferisce al mondo cattolico? C'è il rischio di una rottura con il Vaticano? «Il mondo cattolico è una realtà articolata. Si può creare una complicazione che finisce per ricadere su di noi. Siano noi, i politici, a doverci far carico delle conseguenze di queste decisioni. Tutti infatti dicono che il Giornale è di Berlusconi. L'imbarbarimento della stampa crea problemi per tutti. C'è anche il trionfo dell'ipocrisia». A chi si riferisce? «Ipocriti sono quanti hanno accusato a spada tratta Feltri mentre non hanno battuto ciglio sugli attacchi di Repubblica a Berlusconi. O si condanna tutto questo modo di fare o non si può dire che un giornale si comporta in modo vergognoso mentre quello che fa un altro è ammissibile. Tanto più che Repubblica ha fatto uso di registrazioni di telefonate private. Insomma non si può condannare Feltri e applaudire Repubblica. E questo vale anche per le famose domande che Repubblica ha rivolto al presidente del Consiglio». Quelle che hanno determinato la querela da parte di Berlusconi? «Suvvia...Quelle non sono domande ma vere e proprie aggressioni, perchè basate su fatti evidentemente falsi».  Come si mette ora con il Vaticano? Come si ricuce lo strappo? «Ripeto, non condivido quello che ha fatto Feltri. Ha creato dei problemi ma sono convinto che la Chiesa valuterà i fatti, quello che il governo ha fatto sui temi della famiglia, dei valori etici, della difesa della vita. Le decisioni che il governo ha assunto sono una garanzia per la Chiesa. Spero che il mondo cattolico guardi alla concretezza degli interventi del Pdl più che ai titoli dei giornali».  Ma c'è una frattura con la Chiesa? Quanta parte dei rapporti con il Vaticano è stata compromessa? «Io parlerei di problemi non di una frattura. Bisogna saper distinguere tra quello che fanno i giornali e quello che decide il governo e non si possono addossare le responsabilità di quanto viene pubblicato sulla stampa alla politica. Spero quindi che la realtà prevalga sulle polemiche e sui titoli». Quanto durerà questa campagna mediatica velenosa? «Dubito che al vertice di Repubblica ci siano persone di buon senso consapevoli che occorre occuparsi di cose più serie che infangare la vita privata del premier. Non mi faccio grandi illusioni su quello che la stampa farà nei prossimi giorni. L'acredine verso Berlusconi è così radicato in certi ambienti che dubito su una conclusione a breve di questa campagna di odio. Piuttosto spero che qualcuno vada a chiedere conto al direttore di Repubblica Ezio Mauro del perchè non ha pagato le tasse». Come si muoverà ora la maggioranza? «Affronteremo i temi della scuola paritaria e poi il Parlamento deve decidere sul testamento biologico. Al Senato sono prevalse scelte chiare e mi auguro che questo avvenga anche alla Camera. Vorrei ricordare che i governi di sinistra hanno colpito la famiglia e hanno preso posizione contro i temi della vita. Questo per dire che la Chiesa non ha nulla da guadagnare da un governo di sinistra».

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