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Berlusconi e Gheddafi festeggiano l'amicizia

Berlusconi e Gheddafi

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Il Trattato tra Italia e Libia «è molto conveniente per entrambi i Paesi» e «ad appena un anno dalla firma si sta concretizzando in un progetto»: l'autostrada costiera che collegherà la Tunisia all'Egitto, che Roma si è impegnata a finanziarie e che rappresenta per il premier Silvio Berlusconi, «un'impresa storica». Il presidente del Consiglio è volato in Libia ieri per celebrare, accanto a Muammar Gheddafi, la Giornata dell'amicizia italo-libica, nel primo anniversario della firma del Trattato, ricordato anche dalle acrobazie nei cieli di Tripoli delle Frecce Tricolori. Un anticipo dell'esibizione che la pattuglia acrobatica farà domani per i 40 anni dell'ascesa al potere del Colonnello. La visita è stata dunque l'occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento degli accordi sull'immigrazione, ma anche per discutere in un faccia a faccia di temi di attualità internazionale, dalle preoccupazioni per il Medio Oriente al ruolo dei militari italiani in Afghanistan. In una breve cerimonia nella zona predesertica di Shabit Jfarai, 40 chilometri a sud di Tripoli, Berlusconi - tra bandiere verdi e tricolori e tra gli applausi di un pubblico italo-libico eterogeneo - ha quindi posto la prima pietra simbolica dell'autostrada, voluta da Gheddafi per chiudere il contenzioso sul passato coloniale italiano in Tripolitania e Cirenaica: 1.700 chilometri, tre corsie, 203 ponti e più di 1.400 tunnel. Una strada che, ha sottolineato il premier, «serve anche alla pace perché unisce tutti i paesi del Maghreb». Subito dopo Berlusconi ha visitato anche un vagone ferroviario di un un nuovo treno Intercity veloce (oltre 200Km/h) realizzato dalla AnsaldoBreda con il contributo delle ferrovie libiche. Il premier è salito a bordo sempre accompagnato dall'amico Gheddafi. Festeggiamenti, canti e balli tradizionali, berberi e africani, hanno poi accompagnato sul lungomare di Tripoli la cena dei due leader per l'iftar, il pasto che mette fine al digiuno della giornata di Ramadan, alla presenza di alcuni leader africani che domani prenderanno parte al vertice dell'Unione africana. Ma nonostante l'accoglienza riservata al presidente del Consiglio e - seppure con enormi difficoltà logistiche - ai circa 400 ospiti italiani del governo libico (imprenditori, studenti, accademici, sportivi e artisti), e nonostante i cinque miliardi di dollari con cui l'Italia finanzierà nei prossimi 20 anni progetti di infrastrutture libiche, l'occupazione italiana in Libia resta una ferita che divide. Non è infatti piaciuta all'ambasciatore italiano, Francesco Paolo Trupiano, la mostra fotografica sul colonialismo allestita in occasione della Giornata dell'amicizia. «È carente e incompleta», ha spiegato il diplomatico, perché manca la foto della riconciliazione tra Berlusconi e Gheddafi siglata un anno fa. «L'Italia ha riconosciuto le sue colpe è ora di voltare pagina». Ovunque a Tripoli poster, cartelli e gigantografie di Gheddafi ricordano però un altro anniversario: quello della Rivoluzione verde che il 1 settembre 1969 portò il Colonnello al potere. La città si prepara alle celebrazioni faraoniche di domani per le quali non si è badato a spese. Sulla piazza verde campeggia un enorme palco, lungo 120 metri e alto 22, dove si esibiranno danzatori, musicisti, e anche animali, tra giochi pirotecnici e coreografie colossali, e su cui sorvoleranno, ancora una volta, le Frecce Tricolori.

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