Salta l'incontro Berlusconi-Bertone
Bagnasco: "Attacco disgustoso e grave"
Sono le 13 quando le agenzie battono la notizia. La sala stampa vaticana ha comunicato che la prevista cena della Perdonanza a L'Aquila alla quale avrebbero dovuto partecipare, fra gli altri, il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone e Berlusconi, è stata annullata. Si dice anche che il presidente del Consiglio avrebbe deciso di delegare, quale rappresentante del governo alle celebrazioni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, «per evitare - aggiunge la nota della sala stampa - strumentalizzazioni». Alle 13.28 Letta fa ingresso a Palazzo Grazioli per incontrare Berlusconi. Lì c'è già il sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti. Poco dopo «fonti governative» confermano che Letta sostituirà il premier alla cena de L'Aquila. La giornata si era aperta con l'esplosione di una vera e propria bomba mediatica. Sulla prima pagina del Giornale un titolo al vetriolo che inchioda senza appello il direttore di Avvenire, Dino Boffo, il quotidiano della Cei che da tempo non risparmia critiche a Berlusconi sulla sua vita privata. «Il supermoralista condannato per molestie» titola in prima il Giornale richiamando una vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Boffo tra il 2001 e il 2002 e che ha avuto come epilogo un rinvio a giudizio, riferisce il quotidiano di Feltri, disposto dal Gip del Tribunale di Terni il 9 agosto 2004. Il Giornale parla di Boffo come un «noto omosessuale» e di «telefonate sconce e offensive». Un vicenda chiusa con un patteggiamento ma che, secondo Feltri dovrebbe indurre il protagonista, il direttore di Avvenire, a una maggiore cautela prima di ergersi a difensore della giusta morale e di puntare il dito censore sulla vita privata altrui. In questo caso del presidente del Consiglio. L'articolo è accompagnato da un fondo di Feltri nel quale il direttore del Giornale dice a chiare note che è arrivato il momento di «smascherare i moralisti privi di titoli idonei». L'incontro a Palazzo Grazioli tra Berlusconi, Letta e Bonaiuti non dura molto ma passano lunghe interminabili ore prima che venga diramata una nota nella quale il premier prende le distanze da Feltri. Le parole sono calibrate e si intuisce che sono il frutto di una lunga e minuziosa limatura. «Il principio del rispetto della vita privata è sacro e deve valere sempre e comunque per tutti - dice il Cavaliere - Ho reagito con determinazione a quello che in questi mesi è stato fatto contro di me usando fantasiosi gossip che riguardavano la mia vita privata presentata in modo artefatto e inveritiero. Per le stesse ragioni di principio non posso assolutamente condividere ciò che pubblica oggi il Giornale nei confronti del direttore di Avvenire e me ne dissocio». Nella stessa giornata Berlusconi annuncia la querela contro La Repubblica, chiedendo un risarcimento di 1 milione di euro, perchè ritiene «palesemente diffamatorie» le 10 domande sul caso Noemi e per un articolo del 6 agosto dal titolo «Berlusconi ormai ricattabile». Le reazioni da parte del Pdl all'articolo di Feltri arrivano solo a metà pomeriggio con una lentezza che ha poco a che fare con la letargia indotta dal caldo torrido. A parte il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi che parla di «attacco brutale e inspiegabile» e esprime solidarietà a Boffo, gli altri commenti sono calibrati. «Chi è attaccato ha il diritto di difendersi» commenta Lainati e il presidente dei deputati Cicchitto: «non intendiamo in nessun modo inseguire La Repubblica nell'attacco alla vita privata dell'avversario».