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La Perdonanza all'insegna della sobrietà

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Aofficiare la cerimonia, all'arrivo del corteo che si è snodato tra le macerie del centro, è stato il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone. Una scommessa, quasi una sfida per gli aquilani, che dopo il terremoto del sei aprile non credevano di poter essere in grado di celebrare anche quest'anno, tra il dolore e tanta speranza, la Perdonanza di Celestino. Un'edizione tutta all'insegna della sobrietà che, finalmente, dopo i clamori degli anni passati (alcuni dei quali finiti anche nelle aule dei tribunali per aspetti poco edificanti che non riguardano il messaggio di pace di Celestino), la Perdonanza torna alla sua dimensione spirituale. Chi attraverserà la Porta Santa sinceramente pentito e confessato potrà lucrare l'indulgenza da tutti i peccati. Un messaggio di pace e riconciliazione lanciato più di sette secoli fa da Pietro Celestino, l'eremita che rinunciò al soglio pontificio. Al corteo di ieri la commozione era palese. Il sindaco volto rigato dalle lacrime del sindaco Massimo Cialente e di molti cittadini aquilani e rappresentanti delle istituzioni, dà la dimensione esatta del dramma e della voglia di rinascita della città, distrutta ciclicamente ogni trecento anni da terremoti dalla forza devastante ma che sempre ha avuto la forza di rialzarsi dalle sue macerie e ricostruire, oltre alle case, la vita delle persone.

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