Il Pdl diviso tra soddisfazione e cautela
L'attaccosferrato da Feltri all'Avvenire viene accolto da molti dentro il Pdl con malcelata soddisfazione. Eppure la consegna che dirama da Palazzo Grazioli, appena la rassegna stampa notturna rivela la prima pagina del Giornale, è di far intendere non solo l'assoluta estraneità di Berlusconi all'iniziativa del quotidiano milanese ma una certa irritazione e preoccupazione per la possibilità di una incrinatura dei rapporti con il Vaticano. Il primo problema che si pone ai più stretti collaboratori del premier è di convincere Oltre Tevere che Feltri ha agito in assoluta solitudine. Si mette in moto la diplomazia. Ci sarebbe stata una telefonata da Gianni Letta al cardinale Bertone con un tono tra il trasecolato e il conciliante. Insomma del tipo: ma lei eminenza sa come è fatto Feltri e il premier è rispettoso dell'autonomia e non interferirebbe mai. Conclusione: entrambi avrebbero convenuto di annullare la cena per non gettare altra benzina sul fuoco. Intanto dentro il Pdl prendono corpo due scuole di pensiero: c'è chi sostiene che il centrodestra non può che avvantaggiarsi dell'attacco di Feltri. Uno stretto collaboratore di Berlusconi fa questo ragionamento: chi sta pianificando di continuare ad attaccare il premier sulla vita privata con una campagna mediatica per metterne a repentaglio la stabilità e aprire la strada ad una alternativa di governo, ora è avvisato che non avrà vita facile e che anche i giornali del centrodestra hanno munizioni a sufficienza. E questo varrebbe per la sinistra come pure per un certo mondo cattolico ostile a Berlusconi che trova voce con l'Avvenire e Famiglia Cristiana, anch'essa da tempo particolarmente virulenta contro l'azione del governo. I fautori di questa scuola di pensiero fanno notare che nella nota con cui il premier prende le distanze da Feltri insiste sul «rispetto sacro della vita privata che deve valere sempre e comunque per tutti». Il che sarebbe un modo per ribadire che quando si percorre una certa strada offensiva non si sa dove si va a finire. E l'affare Feltri-Boffo lo dimostra. Altri del Pdl invece sostengono che operazioni come quelle del Giornale non possono che alfine danneggiare la maggioranza. Se il rapporto con la Chiesa diventa problematico e se a questo si somma l'ostilità dei poteri forti, come ha denunciato il ministro leghista Roberto Calderoli a Libero, la stabilità della maggioranza potrebbe subire un contraccolpo. Un articolo dell'Economist suona come una Cassandra. «In Italia i governi che si mettono in contrasto con la Chiesa non durano a lungo» scrive il settimanale inglese commentando l'attacco leghista sull'immigrazione. Ma non è tutto. Nel pomeriggio altro tam tam fa salire la temperatura. Circola l'ipotesi che l'articolo su Boffo sarebbe solo un «assaggio» e che Feltri avrebbe in tasca altro materiale da far esplodere nei prossimi giorni. Nell'incertezza la linea è di misurare con il contagocce le dichiarazioni. Solo il vicepresidente della Camera Lupi si schiera a spada tratta in difesa di Boffo. Per il resto il Pdl (da Cicchitto a Lainati) se la prende con «le dichiarazioni di guerra di Repubblica nei confronti del premier» e chiede al Pd di prendere le distanze da questa manovra. Come dire, chi di spada ferisce, di spada perisce. L.D.P.