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E i leghisti superano la «prova» Meeting

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dall'inviatoRIMINI Difficile non notarli. La «divisa» di ordinanza è quasi sempre la stessa: giacca scura e, nel taschino, il fazzoletto verde. La cravatta no. Il caldo dei padiglioni del Meeting di Rimini obbliga alla rinuncia. Comunque, al di là dell'abbigliamento, la presenza dei leghisti è fin troppo evidente. E non ci sono solo il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia e il capogruppo alla Camera Roberto Cota, relatori in due diversi incontri, ma ad un certo punto, nello stand della Cdo, ecco materializzarsi Angelo Alessandri. Deputato leghista eletto in Emilia Romagna. Se alla truppa si aggiungono il ministro Roberto Calderoli (al Meeting domenica per dialogare con Roberto Formigoni) e il sindaco di Verona Flavio Tosi che giovedì si faceva scattare foto sul bordo di una delle piscine della Fiera, ce n'è abbastanza per dire che il Carroccio è ospite piuttosto gradito da queste parti. Anche nella settimana in cui lo scontro tra gli uomini di Bossi e le gerarchie ecclesiastiche è stato probabilmente più duro. In fondo sia il Meeting che i politici vicini a Comunione e Liberazione avevano già da tempo chiarito la loro posizione: siamo fedeli alla Chiesa, i toni della Lega non ci piacciono, ma a Rimini discutiamo di contenuti, non di polemiche estive. E avevano preannunciato accoglienza calorosa per tutti i leghisti che sarebbero arrivati. In effetti, anche se forse il più applaudito è stato Calderoli, il popolo di Cl si è mostrato tutt'altro che ostile nei confronti degli altri invitati con il fazzoletto verde. Nessun fischio, nessuna contestazione. Per tutto il giorno Zaia e Cota hanno girato gli stand della Fiera, hanno visitato mostre, hanno stretto mani e palato con la gente. In assoluta tranquillità. Anche perché, assicurano, non c'è alcun contrasto con la Chiesa. «Siamo in trincea per difendere la cristianità - assicura Zaia - ci possono essere tensioni ma alla fine la visione è comune. Ci riteniamo gli avamposti nella trincea della Chiesa. Potremmo dire di essere i nuovi crociati. Siamo quelli che vanno a difendere tutte quelle idee che poi magari qualcuno si vergogna di difendere. Siamo abituati a stare sotto assedio e a portare le nostre battaglie fino in fondo. E alla fine la storia ci dà sempre ragione». «Sono contento - gli fa eco Cota -, anche da cattolico, delle parole pronunciate dal cardinal Bertone sulle pagine dell'Osservatore Romano che mettono a tacere molte polemiche. Non avevo dubbi che la linea portata avanti dal governo in materia di immigrazione potesse essere in contrasto con la Chiesa. E infatti è la linea giusta, perché colpisce con durezza la clandestinità e cioè lo sfruttamento degli immigrati, oltre a garantire maggiore sicurezza per i nostri cittadini. Non credo che ci sia contrasto tra Chiesa e governo, tra Lega e Chiesa». Intanto fuori dai padiglioni del Meeting di Comunione e Liberazione Umberto Bossi si prepara ad un incontro in Vaticano che, assicura, servirà per far capire che «la Lega non è razzista». Qui a Rimini, intanto, lo hanno già capito. Nic. Imb.

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