"Un piano Marshall per le città metropolitane"
Gianni Alemanno non è solo un «veterano» del Meeting di Comunione e Liberazione, ma è un vero e proprio «stakanovista». Nella stessa giornata partecipa a due incontri (uno sulla sicurezza stradale e uno con Sergio Chiamparino sul futuro delle città), pranza con un centinaio di imprenditori della Compagnia delle Opere romana ed ascolta Tony Blair. Il tutto senza perdere di vista la «sua» Roma. Anzi, quando poco dopo pranzo si concede ai giornalisti, è proprio alla Capitale che va il primo pensiero. «Ci sono i primi segnali di ripresa - assicura - e l'Italia deve coglierli. Ma per farlo io credo che dovrebbe scommettere sugli enti locali. Dobbiamo lavorare per togliere gli investimenti dal patto di stabilità interna in modo da poter partire con piani per le periferie, per le infrastrutture e la mobilità, per il sociale». Alemanno ha già in mente tre interventi che potrebbero cambiare il volto della Capitale. E li elenca: sicuramente il piano casa, ma anche la realizzazione del secondo polo turistico, la valorizzazione delle aree demaniali. Al suo fianco il primo cittadino torinese Chiamparino, presidente pro tempore dell'Anci, annuisce. E rilancia: «Io lo chiamerei un piano Marshall per le aree metropolitane». Lo slogan è fatto. Anche se subito Alemanno aggiunge un'altra priorità: i pagamenti della Pubblica amministrazione che rappresenterebbero un «po' di ossigeno per le imprese». Insomma la richiesta è chiara e assolutamente bipartisan. Anche se Chiamparino, con estrema onestà, riconosce comunque che «nell'ultimo decreto anticrisi qualcosa in tal senso è stato fatto». Ma è ancora Alemanno ad attirare l'attenzione della platea tornando alla «sua» Roma. Le polemiche sull'aggressione di due omosessuali nella Capitale sono ancora vive. Il primo cittadino rassicura le vittime sul fatto che il Comune non li abbandonerà poi annuncia che, a settembre, «ci sarà una grande fiaccolata contro tutte le forme di intolleranza». «Non abbandoniamoci a teoremi ideologici - avverte -. Roma è una città tollerante. Chi pratica la violenza è una minoranza da isolare». Anche per questo, l'11 o il 12 settembre il sindaco sarà al Gay village. Ma chi spera in una deriva laicista di Alemanno rimarrà deluso. Anzi, è sui temi della bioetica che il primo cittadino ribadisce in maniera netta ciò in cui crede. Per questo fa sapere di essere assolutamente d'accordo «sulla prospettiva di un'indagine conoscitiva in Parlamento sulla pillola abortiva Ru486» (proposta che verrà rilanciata oggi con forza dal presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri ospite del Meeting, ndr). E, soprattutto, replica a Gianfranco Fini sul testamento biologico. In realtà il sindaco non fa esplicito riferimento al presidente della Camera limitandosi a sottolineare come, personalmente, condivida le posizioni di Sacconi. «Di fronte alla situazione in cui siamo conviene tornare al testo originario che garantisce l'alimentazione e l'idratazione». In ogni caso per Alemanno «la Chiesa cattolica deve intervenire, perché nel dibattito pubblico c'è bisogno dei suoi valori, dei suoi riferimenti e dei suoi insegnamenti. Poi, alla fine, ognuno sceglie secondo normali procedure democratiche. Tuttavia è necessario che tutti, nell'agorà politica su questi temi, facciano sentire la propria voce. A partire dalla Chiesa cattolica». L'ultimo pensiero è per la Lega. Una «carezza» quando parla del «federalismo che è una rivoluzione copernicana perché rompe il livellamento tra i territori e combatte il "capitalismo municipale"»; e un «pugno» quando spiega che «sull'immigrazione bisogna sfuggire dalle retoriche: sia quella buonista, sia quella cattivista». La stessa che, per esempio, ha mosso il dibattito sulle «ronde». «Il termine - sottolinea - nel decreto Maroni non esiste. Perché bisogna autoflagellarsi andando a utilizzare questi termini che evocano qualcosa di negativo? Da parte della Lega è stata fatta, a volte, una retorica "cattivista" che ha presentato male questi contenuti e ha dato messaggi sbagliati».