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Perdonanza, rivive Collemaggio

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Meno sfarzo, ma più emozione. La Bolla, simbolo di rinascita, tornerà nella basilica

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Oggi,a cinque mesi dal terremoto, le strade del centro storico dell'Aquila vibreranno nuovamente sotto i passi del corteo storico della 715ª Perdonanza, dal 1294 appuntamento immancabile per i cittadini e simbolo di rinascita. Era infatti il 29 settembre di quell'anno quando Papa Celestino V, ad un mese dalla sua elezione, pubblicò la Bolla Inter Sanctorum solemnia offrendo l'indulgenza plenaria a chi, realmente pentito, avesse attraversato la Porta Santa della basilica di Collemaggio, costruita per sua stessa volontà nel 1288 e dove egli stesso ricevette l'investitura. La pergamena è conservata nella cappella blindata della Torre del palazzo civico, in ricordo della popolazione che la protesse quando Bonifacio VIII ordinò di distruggerla perché strumento rivoluzionario sia dal punto di vista politico che religioso. Fino ad allora infatti, l'indulgenza plenaria era stata concessa solo ai crociati in partenza per la Terra Santa e ai pellegrini che si recavano alla Porziuncola di Assisi. Ma la vera «rivoluzione» di Celestino V, il «papa contadino», fu quella di concedere il perdono non solo a chi poteva permetterselo, cioè ai ricchi, ma anche a poveri e diseredati per riaffermare con fermezza il vero significato della religione cristiana. Un principio così solido per chi ha fede, che neanche il terremoto è riuscito a piegare. E così al termine del tradizionale corteo storico la Dama della Bolla, che porta su un cuscino il fodero cilindrico contenente, in passato, la pergamena con l'indulgenza di Papa Celestino V e si ritroverà davanti alla basilica con tutta la cittadinanza. Sarà il cardinal Bertone, quest'anno, a decretare l'apertura ufficiale della porta di Collemaggio, colpendola per tre volte con il ramo d'ulivo consegnatogli dal Giovin Signore. E di nuovo ci si troverà faccia a faccia con il dramma che ha colpito la città: lo squarcio enorme che attraversa la basilica. Non ci saranno dunque luci alle finestre ad accogliere il corteo e neanche grandi scenografie intorno alla chiesa. Sarà una Perdonanza meno festosa, meno colorata, ma di certo più emozionante e sentita forse come non lo era da troppo tempo. Le lacrime che martedì hanno accompagnato l'accensione del braciere della Perdonanza, come ha sottolineato il sindaco Cialente, portano «un messaggio di pace da cui ricominciare. Sulla base di questi valori e di quell'esempio che dovremmo ricostruire la nostra città e le nostre vite. La via tracciata da Celestino è il percorso lungo il quale dovremmo incamminarci. Dovremmo lottare e lavorare per la nostra città - ha aggiunto il sindaco - per la sua vita e quella dei suoi giovani. É dunque questo il senso vero del nostro ritrovarci, nonostante tutto, a celebrare questa ricorrenza. È questa la nostra Perdonanza».

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