I vescovi parlano solo alle coscienze degli uomini
È stato il presidente della Lombardia, Formigoni, a ricordare alla Lega soprattutto, ma ai politici in generale che la Chiesa, sull'immigrazione, ha espresso delle linee di umanità, non contestando le leggi. Il problema è che in un Paese dove, dal dopoguerra, tutto deve essere incasellato in un partito, in una fazione, è difficile ammettere l'esistenza di voci che non hanno come finalità quella di portare acqua al mulino di qualche partito, ma solo esprimere i propri principi, i valori di cui si è portatori. Questo è sicuramente il caso della Chiesa cattolica. Qui non c'è da fare statistiche, stabilire quanti effettivamente siano i credenti. Ma la cultura cattolica con i suoi valori fa parte della storia del Paese. È una componente profonda della nostra formazione. Forse anche per questo dovremmo avere rispetto e non cercare in ogni occasione di inserire in uno scenario politico le parole di un vescovo o di un esponente cattolico. Prendiamo spunto dall'ultima scintilla polemica. Quella che riguarda l'immigrazione. Cosa può fare la Chiesa se non richiamarsi alla solidarierà, alla politica dell'accoglienza? A principi di umanità che nulla hanno a che vedere con la necessità di uno Stato di regolare un fenomeno, di cercare di evitare infiltrazioni criminali. Oppure di far circolare sul territorio persone senza identità. Che altro poteva fare la Chiesa davanti alla morte di alcune decine di disperati se non richiamare tutti sulla necessità di non chiudere gli occhi davanti alle stragi? Ma quelle morti non avevano nulla a che vedere con la politica italiana dell'immigrazione.I superstiti di quel barcone sono stati soccorsi dai militari del nostro Paese. E sicuramente ha ragione Maroni quando dice che se avessimo avuto notizia prima di quella situazione saremmo intervenuti per salvare quei poveretti. Allora perché la polemica? Perché la sinistra, che contesta la legge sull'immigrazione, ha preso spunto dalla posizione della Chiesa per attaccare la maggioranza? Una vera strumentalizzazione a cui hanno dato una mano i dirigenti della Lega usando toni sbagliati e offensivi. Nessuno può chiedere agli uomini di Fede di chiudere gli occhi, nessuno può utilizzare le loro riflessioni per i giochi di bottega. Del resto su un altro versante, quello della pillola abortiva, oppure del testamente biologico, i cattolici esprimono le proprie posizioni frutto delle loro convinzioni profonde. E la polemica è stata fatta a parti rovesciate. Con la Sinistra che stavolta si erge a tutela dello Stato laico come se questo fosse messo in discussione. Sarebbe come pretendere che gli uomini di Chiesa, per non disturbare la politica rinunciassero anche a esprimere le proprie idee. Forse sarebbe il caso di riportare la questione nella giusta dimensione. I vescovi hanno tutto il diritto di intervenire. Di farsi sentire senza temere etichettature. Debbono farlo perché loro parlano alle coscienze degli uomini, perché questa è la loro funzione. Forse in una società come la nostra così priva di valori la loro voce è insostituibile. A cercare voti ci pensino i partiti.