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Obama: "Piango un amico"

Barack Obama e Ted Kennedy

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Il suo ultimo sogno lo ha realizzato: Barack Obama primo Presidente nero degli Stati Uniti d'America. «Ho perso un collega, un consigliere, un amico». Bandiere a mezz'asta alla Casa Bianca appena è arrivata la notizia della morte di Ted Kennedy e nel primo pomeriggio la conferenza stampa del Presidente a Marthàs Vineyard, dove si trova in vacanza, per ricordare l'uomo che più ha creduto in lui quando era ancora uno sconosciuto senatore statale dell'Illinois. Fu in quell'occasione infatti, alla Convention dei democratici del Massachussets del luglio 2004, che suggerì di affidare ad Obama il cosiddetto «keynote speech», l'intervento principale della Convention. «Ted Kennedy è una figura unica nella storia americana. I suoi ideali hanno lasciato un segno tangibile sulla vita degli americani - ha detto commosso Obama - Il paese ha perso uno dei suoi più grandi leader. Nessun personaggio politico è mai stato più rispettato dei Kennedy dagli esponenti di tutti i partiti. Anche se sapevamo da tempo che questo giorno sarebbe arrivato - ha concluso - lo abbiamo atteso con non poca paura. Ma le sue idee e i suoi ideali continueranno a vivere». Lo scandalo del 1969 ha spento le sue speranze di arrivare alla Casa Bianca, ma non per questo Ted Kennedy ha smesso di credere: «La speranza è stata la ragione della mia vita. La speranza di rompere le vecchie barriere e garantire a ogni americano, da nord a sud, da est a ovest, un'assistenza sanitaria dignitosa non come un privilegio, ma come un diritto fondamentale». Malato, contro il parere di tutti i medici, l'ultimo fratello della dinastia più amata e discussa d'America, salì sul palco di Denver, in Colorado, il 25 agosto del 2008, un anno esatto prima di morire per pronunciare il discorso che avrebbe consegnato nelle mani di Obama l'eredità democratica della famiglia Kennedy: «C'è un'onda di cambiamento intorno a noi. Il prossimo novembre la fiaccola sarà consegnata a una nuova generazione». E così è stato: a novembre la vittoria e il 20 gennaio l'insediamento di Obama alla Casa Bianca. Un passaggio di testimone fortemente voluto da un Kennedy ormai consapevole della fine vicina: «Ci è stato detto che Obama crede troppo in un'America di altri principi e di imprese audaci. Ma quando John disse che era tempo di andare sulla Luna, non disse che era troppo lontana. Noi non avremmo neppure provato, la nostra gente invece rispose a quella richiesta e affrontò la sfida. È questo che facciamo noi americani: andiamo e oggi una bandiera americana è lassù», forse a mezz'asta come quelle della Casa Bianca, vera testimonianza del dolore dell'amico, prima ancora che collega, Obama: «Michelle ed io abbiamo il cuore infranto nell'apprendere della morte del nostro caro amico Ted Kennedy». Ora che anche l'ultimo Kennedy è entrato nel mito della storia americana, le speranze sono tutte per lui, come disse ancora a Denver il «vecchio leone»: «Noi con Barack Obama possiamo coronare la nostra battaglia. Yes we can».

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