La polemica con il Carroccio non infiamma il popolo di Cl
dall'inviatoRIMINI Il caso è chiuso, o forse non mai cominciato. In fondo già domenica, interrogata sullo scontro tra Lega e Vaticano, il presidente del Meeting di Rimini Emilia Smurro era stata perentoria: «Che il Meeting sia al fianco dei vescovi non penso che sia un grande scoop». E infatti non lo è. Difficile mettere in discussione la fedeltà di Comunione e Liberazione alla Chiesa. Più facile pensare ad una certa insofferenza nei confronti del Carroccio che, ormai quotidianamente, non perde occasione per attaccare le gerarchie ecclesiastiche. Un po' di fastidio sicuramente c'è, ma chi sogna una battaglia all'ultimo sangue rimarrà deluso. Anche ieri, davanti all'ultima provocazione della Padania, la reazione dei politici di Cl è stata assolutamente composta. «Invito nuovamente gli amici della Lega ad abbassare i toni e ad evitare inutili polemiche» ha detto il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Mentre il governatore lombardo Roberto Formigoni pur ricordando alla Lega che se «tira troppo la corda gli rimane in mano», ha accusato la stampa di «aver esasperato i toni nel tentativo di creare uno scontro che non c'è». Insomma la linea è chiara: il richiamo della Chiesa è giusto e opportuno, quelle di Bossi sono provocazioni inutili in cui è meglio non cadere. Nient'altro da aggiungere. Ma se i vertici sono tutti concordi nel gettare acqua sul fuoco (anche se nel pomeriggio accolgono con evidente soddisfazione la notizia che i capigruppo del Carroccio hanno smentito ufficialmente la linea della Padania) cosa ne pensa il popolo del Meeting? Non ne parla. Anzi, sarebbe meglio dire che è assolutamente disinteressato all'argomento. Ciò che doveva essere detto è stato detto, il resto lo lasciano volentieri ai giornalisti alla caccia di qualche improbabile scoop. Basta fermare qualcuno per strada e abbozzare la domanda per sentirsi rispondere cordialmente: «Non mi interessano queste polemiche». In fondo, se volevano lanciare un segnale alla Lega, potevando farlo lunedì, riservando una sonora salva di fischi al ministro Roberto Calderoli. Invece lo hanno applaudito. E chi conosce bene la platea di Rimini assicura che lo stesso trattamento verrà riservato a Luca Zaia e Roberto Cota che, domani, saranno ospiti del Meeting. «Al popolo di Rimini - spiega Lupi - interessano i contenuti, le cose concrete, non le provocazioni. E su alcuni temi c'è sicuramente una vicinanza con il Carroccio». Insomma il chiacchiericcio estivo resta ben lontano dai padiglioni della Fiera di Rimini. Qui si fanno ore di fila per conoscere la straordinaria mostra dedicata alle riduzioni del Paraguay (villaggi nati sotto l'impulso dei padri gesuiti giunti dall'Europa ndr), o per toccare con mano l'esperienza di uomini e donne che vivono in prima linea la difficile realtà del Rione Sanità di Napoli, o ancora per vedere i carcerati della cooperativa Giotto di Padova che fanno dolci. E poi ci sono gli incontri. Tantissimi e sempre caratterizzati da sale stracolme. Per dirla con le parole del governatore di Bankitalia Mario Draghi: «La cose che fa Cl al di là di quel che dicono i giornali». Nic. Imb.