Polverini: col no di Cgil i contratti si bloccano

«Isalari differenziati? Noi abbiamo sottoscritto una riforma dei contratti che valorizza il secondo livello della contrattazione agganciandolo alla produttività e il governo si è impegnato a favorirlo con incentivi fiscali. Parlare quindi di gabbie salariali non ha senso e ci trova contrari. Quanto alla Cgil non vorrei che il no a oltranza portasse alla paralisi nel rinnovo di molti contratti». Renata Polverini, combattiva leader dell'Ugl, richiama la Cgil alla «ragionevolezza e alsenso di responsabilità». «Mettere ostacoli nell'applicazione della riforma contrattuale in un momento difficile per l'economia vuol dire fare un danno ai lavoratori». Che succede se la Cgil, come sembra intenzionata a fare, si dovesse mettere di traverso all'applicazione della riforma contrattuale? «Agganciare gli aumenti di secondo livello alla produttività significa che dove c'è maggiore produttività la retribuzione è più alta. Finora questo meccanismo ha funzionato per le grandi imprese mentre quelle piccole e medie ne sono rimaste fuori. la differenziazione salariale è cosa ben diversa dalle gabbie salariali alle quali siamo contrari». Per quale motivo? «Le gabbie salariali pongono una differenziazione delle retribuzioni su base regionale ma non è vero che nel Sud la vita costa meno. Di contro i salari sono più bassi». La Cgil non ha firmato al riforma contrattuale quindi è evidente che si opponga alla sua applicazione. Come se ne esce? «La posizione della Cgil sta creando problemi al rinnovo del contratto degli alimentaristi e dei metalmeccanici, per fare due esempi. Dovrà quindi assumersi la responsabilita di non rinnovare i contratti. È una scelta forte quando ci sono le condizioni per il rinnovo dei contratti. Si rischia il blocco per diverse categorie con ripercussioni negative per milioni di lavoratori. Speriamo che, come è giusto, la Cgil voglia valutare l'ipotesi di rinnovare i contratti con il nuovo accordo tanto più che ci sarà la detassazione del secondo livello». Quale è il significato? «Vuol dire un aumento dei salari perchè sulla parte variabile si pagheranno meno tasse. È un'occasione che non ci possiamo lasciar sfuggire». C'è davvero il rischio che il governo tolga gli incentivi fiscali qualora non venisse applicato il nuovo meccanismo contrattuale? «Penso che si siano volute forzare le parole del ministro Sacconi che apprezza l'autonomia delle parti sociali e si è battuto per gli incentivi fiscali ma è evidente che tutto può accadere. Ciò che non può accadere invece è che ci sia una situazione di stallo per i contratti. Noi dobbiamo trovare le condizioni per applicare quell'accordo. Penso che Sacconi stia sondando le sindacati e la Cgil in particolare, per evitare che si intervenga dal punto di vista governativo». Pensa davvero che ci sarà un autunno caldo? «Se alla riapertura dell'attività, come il presidente della Confindustria Marcegaglia ha detto, molte azienda faranno fatica a aprire e partirà altra cassa integrazione, alora il rischio di un autunno caldo è reale. Il governo deve fare qualcosa in più rispetto a quello che ha fatto. Dobbiamo intervenire direttamente sulle imprese con l'innovazione del prodotto e poi premiare i redditi incentivandoli dal punto di vista fiscale. Dobbiamo rimettere una fascia di cittadini nelle condizioni di aumentare i consumi».