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E ora la Lega vuole i tg in dialetto

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LaLega continua a tenere alta la tensione nella maggioranza in vista delle regionali. Dopo la proposta di insegnare i dialetti a scuola, il nuovo affondo arriva con la proposta di diffondere le identità locali, questa volta nei telegiornali regionali ma anche sulle divise delle squadre di calcio. A lanciarlo è il ministro per le politiche agricole Luca Zaia, dai microfoni del programma condotto da Klaus Davi su Youtube. Non vogliamo Gianduia e Pulcinella permanenti nei tg regionali, replica subito il Pd, mentre per l'Idv le idee del ministro sono «aberranti». E il pugliese Lino Banfi aggiunge: «Bene conoscere i dialetti, ma allora Bossi impari il barese». «Un'edizione del tg regionale in dialetto ci starebbe bene. Magari non in sostituzione delle edizioni già esistenti ma una aggiuntiva — sostiene Zaia — Non vedo nulla di sacrilego nel fatto che le notizie possano essere comunicate nell'idioma regionale. Potrebbe essere un buon inizio per restituire Raitre al suo progetto editoriale originale». «La terza rete — puntualizza l'esponente del Carroccio — ha un preciso mandato che ha disatteso per fare spazio a talk e varietà comici e trasmissioni pagate dai contribuenti per alimentare il dibattito autoreferenziale della sinistra. La missione di Raitre invece è quella di dare spazio alla cultura e alle comunità locali. D'altronde è nata come strumento di comunicazione per le comunità locali. Una missione disattesa, con una parte dell'azienda subappaltata a chi ne ha fatto uno strumento di ideologizzazione». Non si fa attendere la risposta dell'opposizione, ma anche del sindacato dei giornalisti Rai. «I tg regionali rappresentano il fiore all'occhiello dell'informazione Rai e non soltanto per il numero dei giornalisti ma anche, e soprattutto, perché sono l'unico strumento concreto di raccordo tra il territorio e il servizio pubblico», commenta Giorgio Merlo del Pd. «Sì dunque ad un forte raccordo con il territorio ma un no secco al trasformare la Tgr in una sorta di Gianduia e di Pulcinella permanente». Al segretario dell'Usigrai Gianni Verna, invece dei tg in dialetto «sembrerebbe più opportuna semmai un'edizione di un Tg in inglese per favorire una piena cittadinanza europea dei nostri giovani». L'Idv giudica «aberrante» sia la proposta dei tg in dialetto, sia quella degli stemmi regionali sulle maglie dei calciatori secondo il ministro Zaia «un modo molto popolare di far conoscere gli stendardi della cultura locale». «Il Carroccio vuole mandare alle ortiche il cammino di unità fatto dal Risorgimento ad oggi — dice il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario — È chiaro che la Lega vuole tenere sotto scacco il governo, per arrivare ad un regolamento di conti già nelle prossime settimane. Purtroppo, a farne le spese è tutto il Paese». Ma la Lega continua anche la sua battaglia contro l'ipotesi di accordo tra Pdl e Udc per le prossime regionali. Così, al Meeting di Rimini, se Roberto Formigoni rivela che i «pontieri» starebbero «lavorando» per «un'alleanza forte sui programmi e sui valori» con i centristi, visto che facciamo parte dela famiglia del Ppe e le distanze sono minime», Roberto Calderoli dallo stesso palco chiude le porte ad ogni ipotesi di accordo: «L'Udc è contro il programma di governo, contro le leggi del governo, contro Bossi e Berlusconi. Cosa ci alleiamo a fare? per farci la guerra in casa?». Ma uno stop a possibili alleanze tra Pdl e Udc arriva anche da Lorenzo Cesa: «Non ci riguarda». Per le regionali del 2010, spiega, «sceglieremo in base agli uomini e ai programmi, che dovranno mettere al centro alcune questioni che per noi sono centrali: un sostegno serio alla famiglia, cosa che non sta avvenendo a livello nazionale, e un piano programmatico che vareremo a ottobre Regione per Regione sulle questioni che interessano davvero i cittadini. Quindi su questi temi apriremo un confronto». Il segretario dell'Udc sottolinea che i centristi restano «critici su questo bipartitismo, che non ci piace perché è condizionato fortemente da due partiti populisti: Di Pietro da una parte e la Lega dall'altra. Questo è un sistema che non ci interessa e che non può produrre nulla di buono per il Paese». «Alle Regionali — ribadisce — non faremo alcun accordo a livello nazionale né con il Pdl né con il Pd».

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