«Il Veneto sarà nostro

Anzimi correggo. Il Veneto è già nostro. Ce lo aveva promesso Berlusconi l'estate scorsa. Poi, dopo il 28,38 per cento dei consensi ottenuti alle Europee di giugno, il prossimo governatore non può che essere un leghista». Flavio Tosi, sindaco di Verona eletto nel 2007 con oltre il 60 per cento dei consensi, ne è certo: «La Lega si impossesserà di palazzo Ferro Fini». Sindaco Tosi, ma a presiedere la giunta regionale sarà lei o il ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia? «Chi lo sa? Forse quella poltrona è per qualcun'altro». Quanta diplomazia. Ma sia sincero, un po' ci spera? «Sperare è una cosa. Essere in corsa è un'altra. Mi creda, sono sereno, non mi faccio illusioni, non mi agito e continuo a fare il mio lavoro. Essere sindaco è il più bel riconoscimento che i miei elettori mi potessero dare. Poi ho moltissima stima e amicizia verso Luca che si sta impegnando a Roma in modo esemplare. Bossi saprà anche questa volta fare la scelta vincente». Tra tanta incercezza comunque una cosa è sicura. L'attuale presidente Galan dovrà fare le valigie e andarsene «Di questo ne è ben consapevole. Sicuramente gli daranno una collocazione appropriata. Un premio per 15 anni di governatoriato. Magari la presidenza di Enel o Eni». Ma se lo avesse di fronte ora cosa gli direbbe? «Caro Giancarlo, questa volta tocca a noi» Me lo dice in dialetto? (Sorride) «Caro Giancarlo, stavolta toca a noaltri. Però a Padova, Vicenza o Treviso lo direbbero sicuramente in modo diverso». Eppure bisogna iniziare a pensare, a parlare e magari anche a scrivere in dialetto, Bossi vuole che sia cosi «La battaglia è quella di tutelare le entità territoriali. Difendiamo i nostri dialetti e tramandiamoli. Questo però non deve diventare la l'unico motivo per cui si parla di Lega» Ha ragione. Vogliamo parlare dell'Inno? «Non intendevo questo. Pensiamo alle vittorie leghiste in tema di federalismo fiscale o di immigrazione clandestina. Comunque le rispondo anche sull'Inno. Non è una novità che lo conoscano in pochi. Si pensi che quando io ero alle scuole medie mi insegnarono il Va' pensiero, non Fratelli d'Italia. E non si parla di secoli fa. Ho solo quarant'anni». Lei ha fatto riferimento alla legge sulla sicurezza che introduce il reato di immigrazione clandestina. Come mai, nonostante questo, i "viaggi della disperazione" non si fermano e l'Italia rimane nell'occhio del ciclone? «Chi scappa dal terrore non si ferma davanti a nulla. La sinistra, sbagliando, attacca il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ma non capisce che le responsabilità della morte di quei 70 ragazzi nel Canale di Sicilia sono tutte di Malta. Loro non li hanno salvati e noi siamo subito corsi in loro soccorso. E facciamo bene a farlo perché se sai che ci sono cinque stranieri moribondi che hanno bisogno di aiuto non si può abbandonarli in mare. Siamo italiani e la nostra storia parla per noi. La nostra pietà e umanità è la più alta in assoluto. Certo poi dobbiamo anche pensare alla legalità. E se qualcuno pensa che ce l'abbiamo con gli immigrati allora vada a farsi un giro in Grecia dove i respingimenti li fanno per davvero o nella "democraticissima" Spagna dove nel 2005 la Guardia Civil sparò sui clandestini che cercavano di entrare nell'enclave di Ceuta». Sindaco, torniamo alle Regionali, se lei dovesse essere candidato, non teme di dover cedere il testimone della città scaligera a un candidato del Pdl? «Non credo proprio. La partita delle Regionali, prescinde gli accordi per gli enti locali. E poi c'è un accordo con il Pdl di dare una logica continuità nelle amministrazioni». Se di continuità si parla allora ha ragione il sottosegretario alla Giustizia, Elisabetta Casellati, quando dice che in Veneto Galan ha lavorato bene e va riconfermato. «Il problema è un altro. Cinque anni fa la Lega in Veneto prese il 14,65% delle preferenze. Oggi abbiamo letteralmente duplicato i consensi. Allora governavamo una decina di amministrazioni oggi siamo a 120. Abbiamo quattro province in Veneto contro le 2 del Pdl e 2 comuni capoluogo a uno. Con questi numeri, possiamo vantare più di qualche diritto». Un altro diritto forse è quello di chiedere anche la presidenza delle regione Piemonte? «Ma perché non parliamo della Lombardia?» Forse perché lì c'é Formigoni che Berlusconi ha già incoronato governatore a vita della Lombardia? «Questo è vero, però non si sa mai. Comunque per quello che riguarda il Piemonte lo accetteremo solo dopo aver ottenuto il Veneto. Uno non deve escludere l'altro anche perché in Veneto la vittoria è scontata mentre in Piemonte il governatore uscente è del Pd e la partita è tutta aperta». Però se vi alleate all'Udc potreste farcela «Cosa? Noi con l'Udc? Mai. Non possiamo andare a braccetto con chi a Roma ha votato contro il federalismo fiscale. E poi Berlusconi farebbe bene a non chiudere nessun accordo con loro. L'elettorato del partito di Casini fa fatica a votare sinistra».