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La Russa: "La Lega taccia I soldi per la festa ci sono"

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa

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{{IMG_SX}}... Ma i tempi sono stretti e bisogna mettersi all'opera. Non servono grandi soldi, almeno non per la celebrazione di per sé". Così il ministro della Difesa Ignazio La Russa in una intervista a Il Tempo. Ministro La Russa da come parla sembra avere già in mente qualcosa... «Non una cosa in particolare. Credo però che la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia debba essere un grande evento popolare. E su questo ho dato a Bondi tutta la mia disponibilità». Come ministro della Difesa? «Sì. Perché esistono due livelli di celebrazione di questo evento. Il primo, che riguarda la realizzazione di nuove infrastrutture, che però non è di certo la vera celebrazione. Il secondo è proprio il grande evento culturale e popolare, che coinvolge tutta l'opinione pubblica. Ecco, credo che qui il ministero della Difesa, che già organizza la festa del 2 giugno e quella del 4 novembre, possa dare un importante contributo». Dica la verità, sta pensando ad una grande parata militare?  «No, non vedo per quest'occasione una ripetizione del 2 giugno. Piuttosto vedo l'allargamento del 4 novembre, giorno proprio dell'Unità nazionale».  Quindi, concertone in piazza? «Beh, per il 4 novembre quest'anno faremo manifestazioni in 20 città italiane e la chiusura in piazza del Popolo a Roma, con un grande concerto di tutte le bande militari chiuso dall'orchestra di Renzo Arbore. Ma poi, dibattiti, incontri nelle scuole, confronti pubblici. Ecco, penso ad una cosa del genere...». E con i soldi come la mettiamo? La lega è già sul piede di guerra. «Ma no. La Lega ha sempre un riflesso "pavloviano": quando si parla di Unità d'Italia trova sempre un appiglio. È un po' come accade il 2 giugno: loro non sono contrari, semplicemente non impazziscono. E, comunque, il problema soldi non esiste». No? «No. Perché quelli che occorrono sono per le infrastrutture. Per fare la celebrazione vera e propria non servono grandi cifre. L'anno scorso per il 70simo anniversario della fine della II guerra mondiale abbiamo speso circa 2,5 milioni. Ovvio, in questo caso se ne spenderanno almeno 10, ma non sono questi i soldi che mancano». Vada per i soldi. E sul resto delle polemiche leghiste? «È uno sfogo agostano e tra l'altro abbastanza usuale. Rafforzato quest'anno dalla polemica di luglio sul partito del sud. La Lega ha risposto ad agosto riportando l'asse sul nord. I problemi però sono a livello nazionale e noi li vogliamo affrontare come tali». Nessun attrito dunque? «Le rispondo ricordando tutte le cose che abbiamo fatto e sulle quali la Lega è sempre arrivata a miti consigli: federalismo fiscale, Roma capitale, il rilancio di Napoli, l'aver reso l'Abruzzo una emergenza nazionale, ecc. Noi abbiamo fatto tutto questo in pieno accordo con la Lega». Si parla tanto di allargare il Pdl all'Udc. L'ala di An non è mai stata molto favorevole. È ancora così? «A noi non piacciono le politiche dei due forni e quindi le alleanze fatte solo per vincere. L'Udc è compatibile con noi ma deve chiarire alcuni punti. Come bipolarismo, leadership di Berlusconi, alcuni temi per noi fondamentali, vedi sicurezza e lotta alla criminalità. Le faccio un esempio: se l'Udc fosse al governo e proponesse oggi un nuovo indulto per noi sarebbe difficile da realizzare». Dunque, porte chiuse ai centristi? «Porte aperte sulle regionali, ma ad una condizione. Visto che dicono di essere opposti alla sinistra, allora stiano al centro dove vogliono andare da soli e vengano con noi laddove vogliano stare con noi. Ma non si alleino con il Pd». In Afghanistan ieri è stata una giornata importante, nata sotto il segno del pericolo "talebani", ed invece rivelatosi un successo. E questo anche grazie al lavoro dei militari italiani. «Ho parlato con il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, che mi ha informato della situazione: la giornata elettorale è finita e, secondo le prime stime, nella zona Ovest del Paese sono andati a votare oltre 1 milione e mezzo di persone, con una percentuale superiore al 50%. Noi abbiamo messo in campo 1.700 militari ai seggi, e abbiamo svolto 30 pattugliamenti a livello di plotone e 20 missioni aeree di copertura. C'è davvero grande soddisfazione». Il presidente Berlusconi ha già annunciato qualche modifica autunnale all'interno del Pdl. Cosa cambierà secondo lei? «Intanto le dico che noi siamo soddisfatti per i risultati ottenuti fino ad ora e in poco tempo. Abbiamo ancora qualche problema in Sicilia, ma si sistemerà tutto. Il prossimo passo sarà quello di terminare la fase organizzativa. Dopodichè ci vorrà un colpo di reni. Dobbiamo avere la consapevolezza che il Pdl è il partito traino. Condividendo tutto con gli alleati, ma con il dovere di avere una strategia politica in testa». La prossima settimana si aprirà la festa di Mirabello, storica kermesse di An e quest'anno manifestazione del Pdl. Non sarà un po' diverso? «No, assolutamente. Sarà la prima pietra di quella fase nuova del partito che deve cominciare. Mirabello è sempre stata questo, l'anticamera di qualcosa di nuovo che deve accadere, soprattutto essendo a cavallo tra la fine dell'estate e l'inizio della ripresa. Lo sarà anche quest'anno, di sicuro». Domani comincia la festa del Pd. Sono stati invitati molti ministri ma, pare, non il premier. Lei ci andrà? «Non credo. Se fosse davvero così credo che nessuno dei ministri del Pdl dovrebbe accettare l'invito».

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