La politica secondo Tonino: insultare Berlusconi
Il governo di Silvio Berlusconi «favorisce la mafia» e passerà alla storia «per aver rafforzato economicamente e fatto penetrare fin nei più alti ranghi delle istituzioni il flagello della criminalità organizzata». Antonio Di Pietro sceglie il suo blog per sferrare un duro attacco al presidente del Consiglio. Il leader dell'Italia dei Valori afferma che il premier «sputa nel piatto dove mangia e dichiara che «vorrebbe passare alla storia come uomo che ha sconfitto la mafia». Ma questo - afferma l'ex pm - oltre a essere un chiaro e singolare conflitto di interessi, è anche una presa per i fondelli degli italiani e dei veri eroi della lotta alla mafia, uomini del calibro di Falcone e Borsellino. «Come intende sconfiggere la mafia Silvio Berlusconi allevandola in casa? - prosegue Di Pietro - Prendendone il controllo dall'interno? Invitando alle sue solite cene private i vari Provenzano, Riina, De Stefano? I padrini di Cosa Nostra non li può comprare a buon prezzo come Bossi o Fini, se ci stringi un patto (di sangue) viene stralciata la clausola di risoluzione del contratto!». Il leader Idv continua: «Con quali voti pensa di fare la differenza politicamente nel Paese, il Cavalier nostrano, se non con quella dei sodali malavitosi? Non è per caso lui che ha ospitato un assassino di Cosa Nostra in casa propria sotto le mentite spoglie di uno stalliere? Non è per caso il suo partito un ottimo vivaio - nel presente Dell'Utri e, nel passato, Cuffaro - per uomini con forti relazioni con la criminalità organizzata? Non è per caso proprio lui ad aver favorito con le leggi gli affari e l'incolumità dei criminali, attraverso la depenalizzazione dei reati finanziari, la contrazione dei tempi di prescrizione, l'eliminazione delle intercettazioni, il condono fiscale?». Di Pietro conclude l'intervento con uno stralcio della sentenza che riguarda proprio Dell'Utri, invitando i visitatori del suo blog a diffonderlo: «Vi è la prova - si legge - che Dell'Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l'imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo». Le affermazioni di Di Pietro provocano l'immediata reazione di alcuni esponenti del Pdl. «Il moralismo d'accatto di Di Pietro è insopportabile, offensivo e degradante per l'intero sistema politico» afferma Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, afferma invece che «sul fronte della lotta alla criminalità organizzata questo governo ha fatto non tanto, ma tantissimo. Lo dimostrano le decine di arresti di boss della mafia, della camorra e della 'ndrangheta e i durissimi colpi inferti a queste organizzazioni che non hanno mai conosciuto una stagione così nera per i loro affari e le loro attività criminali». E sulla stessa linea c'è il ministro della Giustizia, Angelino Alfano: «C'è chi insulta e c'è chi contrasta la mafia con le leggi e i risultati: Di Pietro insulta e il governo Berlusconi centra un altro successo contro la criminalità organizzata. Gli italiani, come sempre, sapranno valutare». Il ministro ricorda l'arresto di martedì del boss della 'ndrangheta De Stefano («l'ennesimo schiaffo alle cosche») e rivendica tra l'altro i «sequestri di beni per oltre 100 milioni di euro, effettuati in applicazione delle nuove leggi in materia varate dal governo Berlusconi».