I nuovi Governatori avranno un tesoretto di 70 miliardi
Tredici. Un numero controverso. Per qualcuno portatore di sventura, per altri emblema di fortuna. Ma se si lascia da parte la superstizione e si pensa che saranno proprio tredici le Regioni italiane chiamate a eleggere il proprio Governatore nella primavera del 2010, allora si capisce che, dalla tornata elettorale del prossimo anno, diventeranno ancora più chiari i nuovi equilibri della politica Italiana. Eppure la posta in gioco va ben oltre. Non sarà solo una questione di giochi di potere o di alleanze strategiche. Questa volta infatti garantirsi lo scranno più alto delle giunte di queste tredici Regioni, permetterà di mettere mano anche a dei veri e propri tesoretti. Una sorta di dote che i neo-governatori si troveranno a gestire non appena verranno eletti. Tanti soldi per tanti investimenti. In totale si parla di circa 70 miliardi di euro stanziati dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) di cui è presidente Silvio Berlusconi. Finanziamenti che oltre a rilanciare piccole e grandi infrastrutture nelle diverse regioni, contribuiranno in modo sostanziale alla ripresa economica e all'ammodernamento del Paese dopo i ritardi del passato che avevano relegato l'Italia agli ultimi posti in Europa. Stanziamenti che fanno gola anche a molti imprenditori locali che vedranno in queste commesse una valida opportunità di lavoro. Complessivamente i fondi più ingenti sono stati indirizzati al Nord dove Lombardia e Veneto si sono aggiudicate la maggior parte dei soldi (18.642 milioni di euro per la prima e 15.366 per l'altra). Se però si guarda nello specifico l'entità delle opere in cantiere si riesce a capire il motivo di così tanti finanziamenti. Quasi 8 miliardi se ne vanno per il progetto dell'Alta Velocità tra Milano e Verona. Per la Pedemontana tra Dalmine, Como, Varese e il Valico del Gaggiolo ne sono stati bloccati altri quattro. Più di 6 miliardi infine sono andati per ampliamento della metropolitana di Milano. In Veneto invece i capitoli di spesa più ingenti riguardano il MO.S.E. (4.271 milioni di euro) e la Pedemontana (2.177 milioni). Medaglia di bronzo tra le tredici regioni su cui sono stati riversati i maggiori investimenti l'ha conquistata la Regione Lazio con 12 miliardi e mezzo di euro dei quali tre per la realizzazione della terza linea della metropolitana. Nettamente distaccate le altre regioni. Campania e Calabria si sono aggiudicate più o meno cinque miliardi di euro di infrastrutture. Senza contare però che a questi vanno aggiunti ben 9 miliardi e mezzo già stanziati negli anni per la realizzazione dell'asse autostradale tra Salerno e Reggio Calabria. A ruota seguono tutte le altre regioni e a chiudere l'elenco delle tredici che l'anno prossimo saranno chiamare a votare il proprio governatore c'è l'Umbria con soli 77 milioni di euro stanziati in prevalenza per ammodernare la rete stradale. La partita quindi è aperta. Le alleanze strategiche per garantirsi la vittoria diventano così fondamentali. Se i risultati delle scorse Europee venissero confermati si potrebbe ipotizzare che l'anno prossimo solo in sei di quelle tredici regioni la maggioranza in carica al governo della Regione verrebbe confermata. Si tratta di Lombardia, Veneto che sono le tradizionali roccaforti del centrodestra. Mentre il centrosinistra potrebbe confermare la guida di Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Basilicata. Ma per le altre sette? Quale futuro si prospetta? Così per Calabria, Campania, Puglia, Lazio, Liguria, Marche e Piemonte, attualmente tutte in mano a coalizioni di centrosinistra, è ancora tutto da decidere. Un ruolo fondamentale lo rivesterà l'Udc che ha già annunciato di offrirsi al miglior offerente. La Lega però punta i piedi. Vuole la governance di almeno due Regioni. Il Pdl tenta di mediare i rapporti tra Bossi e Casini nella speranza che il vecchio alleato centrista ci ripensi e rientri nella coalizione di centrodestra. E a sinistra? Lì di regionali non se ne parla ancora. Ora tutti stanno pensando solo al congresso del Pd. D'altronde solo il nuovo segretario, chiunque esso sia, avrà l'autorevolezza per decidere chi candidare. E mentre loro discutono Berlusconi ha già tutto chiaro. Sa dove è indispensabile un'alleanza con l'Udc per vincere e dove poterne fare a meno. E intanto stanzia i maggiori fondi proprio la dove è certo che sarà un suo uomo o un suo alleato a goderne i frutti.