Anche Berlusconi frena: «Piano da rivedere»
Ilcolloquio del Capo dello Stato con «La Stampa», in cui Giorgio Napolitano ha rivelato di aver chiesto al governo chiarimenti sulle celebrazioni per i 150 dell'Unità d'Italia, ha un po' spiazzato Berlusconi. A palazzo Chigi, ad esempio, si assicura che il percorso da qui al 2011 è stato condiviso con il Colle. Fatto sta che le parole del Colle impongono al governo una riflessione. Nel primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva il governo esaminerà il «piano alternativo» che, come annunciato dallo stesso Berlusconi a fine luglio, sarà necessariamente più snello di quello messo a punto da Romano Prodi: «Data la crisi è opportuno rivedere il programma, migliorandolo. Ho immaginato un impegno più allargato per la tv pubblica», aveva detto il Cavaliere. Del tema si discusse proprio nel Cdm successivo a quelle dichiarazioni, il 31 luglio. Fu Gianni Letta, evidentemente già allora preoccupato per il Quirinale, a sollecitare una risposta del governo. La discussione con Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, fu animata ma risolutiva. Si arrivò alla conclusione, condivisa da tutti, di portare a termine le 11 opere già avviate, quelle più importanti, mentre per le altre 300 si decise di procedere ad una attenta valutazione. Ora, riferiscono fonti di governo e della maggioranza, quella posizione non sarebbe cambiata. Anzi, a parte le 11 principali, difficilmente qualcuna delle 300 opere saranno realizzate. Ciò non significa che Berlusconi non intenda dare rilevanza alle celebrazioni. Anzi. Ma per avere un grande impatto mediatico tirando al contempo i cordoni della borsa« si utilizzerà appunto la Tv. L'ipotesi allo studio è quella di tre eventi nelle città che sono stati capitali: Roma, Torino e Firenze. Il piano riveduto e corretto sarà quindi approvato dal governo e solo allora Berlusconi invierà la sua risposta a Napolitano. Nel frattempo, però, la linea dettata ai suoi è quella di evitare ogni polemica con il Colle. La sua posizione resta quella di inizio estate ed è così riassumibile: l'evento deve essere celebrato nel migliore dei modi soprattutto per far conoscere ai giovani la storia italiana, ma non si possono usare risorse che non ci sono o, peggio, sprecarle in opere che con quella data hanno poco a che fare.