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Zaia: "Decidono tutto Berlusconi e Bossi"

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Già quando, per la prima volta nel maggio del 2008, mise piede al ministero dell'Agricoltura, si capì che la linea sarebbe cambiata. Per cominciare chiese che gli uscieri non indossassero più lo smoking. Troppo formale. Poi spostò tutti i ritratti dei suoi predecessori sostituendoli con le foto di tanti giovani agricoltori e allevatori al lavoro nelle loro aziende. Infine fece rimuovere quella poco adatta corsia di moquette rossa con una di color verde smeraldo. Che l'avesse fatto come omaggio alla natura o per sottolineare che un leghista era entrato in via XX Settembre non lo si sa, certo è che Luca Zaia, va dritto per la sua strada. Diventa difensore delle differenze territoriali ed esalta il federalismo contrapponendolo alla vecchia idea di centralismo. Propone fiction in dialetto e pensa a difendere il Made in Italy nel mondo. Il tutto però con un'idea chiara in mente: «La linea del partito la detta Bossi, io poi mi limito a sostenere le nostre battaglie» Ministro ma a chi detta la linea Bossi? A voi leghisti o a tutto il governo? «Non scherziamo. Oggi le fila di tutto il governo le reggono due grandi uomini. Uno è Berlusconi e l'altro è Bossi. Due leader molto carismatici che si stimano e si incontrano tutte le settimane per stabilire assieme le strategie migliori per amministrare il nostro Paese. Poi si sa, una volta cede uno, una volta cede l'altro, ma rimanendo sempre concordi anche in questo». Eppure le ultime battaglie della Lega lasciano intravedere che la linea non sia proprio condivisa «Tipo?» Beh, l'idea di Bossi di presentare una legge per rendere obbligatorio l'insegnamento del dialetto non è piaciuta al Pdl e hanno annunciato che non la voteranno «È vero, Italo Bocchino, (vicecapogruppo alla Camera del Pdl, ndr) ha annunciato che i deputati che provengono da An non la voteranno mai. Sbaglia. Io non direi mai di non votare una cosa senza averla letta. Lo sappiamo che nel programma di governo non si parla di dialetti ma non dimentichiamo che il 20% degli insegnamenti nelle scuole è libero e viene stabilito autonomamente dai docenti nel piano dell'offerta formativa. Allora perché non utilizzare alcune ore per lo studio dei vernacoli?»   Forse perché si dovrebbe pensare più all'italiano e all'inglese? «Guardi io conosco inglese, spagnolo, italiano e veneto e ghe digo che se in Veneto cato uno par strada questo el me parla in diaeto. Vogliamo privare i nostri figli di conoscere le loro radici? L'Italia nel mondo è famosa non solo per la mozzarella di bufala, la Serenissima, la Reggia di Caserta o per gli Svevi e i Normanni. Sa che tristezza se domani nessuno riuscisse a parlare il napoletano? E badi, non si tratta di Amarcord. Noi guardiamo avanti ma per farlo dobbiamo tenere sempre presente da dove veniamo». Però anche con le gabbie salariali avete creato scompiglio nella maggioranza «Chiamiamole con il loro vero nome: contratti territoriali. Ma le sembra tanto strano che la Lega difenda i lavoratori del Nord quando la Banca d'Italia dice che il costo della loro vita è superiore del 15% rispetto a quella di coloro che vivono al Sud?. Poi mi lasci dire. Noi facciamo le nostre battaglie. Dal Pdl arrivano solo critiche. Iniziano a proporci loro qualcosa. Ma sa qual è la differenza?».   Mi dica «La Lega non va in ferie. Loro si». Quindi starete anche già pensando ai possibili accordi per le prossime Regionali? «Questo non lo so. È materia di Bossi quella». Ma accettereste di correre assieme all'Udc? «Udc? Quel partito che ha bocciato sia il federalismo e che le quote latte definendo "farabutti" i nostri allevatori? Credo che sia difficile chiudere accordi con loro. Anche perché sono poco affidabili». Lei invece sembra pronto a correre da governatore del Veneto? «Le tolgo ogni dubbio. Non sono in nessuna partita. Non me l'ha chiesto nessuno. Solo se lo facesse Bossi allora mi porrei il problema. Ora sono concentrato a fare il mio dovere come deve fare qualsiasi amministratore».   

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