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Alemanno: "Con me in cordata sceglierei Bersani"

Il sindaco Gianni Alemanno

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Definisce «una boiata estiva» l'invito della Lega a cambiare l'inno nazionale. Se ci fossero dubbi canta Fratelli d'Italia a Radiodue. Non rinuncia a dare i voti di «destrità» ai colleghi ex An, una stoccata al suo predecessore Veltroni e al segretario del Pd Franceschini mentre promuove Bersani.   La trasmissione si chiamerà pure «Un giorno da pecora» ma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, fa la parte del leone. Scherza, certo, ma non troppo. Roba da chi vuole intendere intenda. «A Gasparri do un 10 in destrità mentre un 1 lo darei a Urso», ondeggia tra un estremo e un altro il primo cittadino che va avanti: un 9 a La Russa, mentre un 8 l'assegna a se stesso. «Darei 7 alla Meloni, un 5 a Fini e un 3-4 a Matteoli. Santanchè e Buontempo sono fuori lista e ottengono un 13». Spezza una lancia in favore dell'ex presidente della Camera Bertinotti - «si può anche avere stima reciproca verso esponenti della coalizione opposta. Io per esempio ero in buoni rapporti con lui prima che Veltroni lo facesse scomparire». Poi si va sui «picchiatori». Macché, «sono alto un metro e settanta e peso 70 chili. Quando ero giovane ne pesavo 60. Più che un picchiatore fascista potevo essere un picchiatore tascabile». E quando uno dei conduttori gli chiede se si sente di sinistra come D'Alema «visto che come lui lanciava le molotov, bombe di sinistra perché fabbricate in Unione Sovietica», Alemanno non si tira indietro: «Io le molotov le lanciavo contro l'ambasciata sovietica». Ce n'è anche per il Partito democratico. «Se dovessi scegliere una persona di sinistra come compagno di cordata al quale affidare la mia vita sceglierei Bersani perché mi sembra più affidabile rispetto a Franceschini e mi piacciono di più i suoi valori. L'importante è che non ci sia Veltroni». Se invece dovesse mettere la sua vita nelle mani di un esponente di destra Alemanno non sceglierebbe «qualche appartenente alla Lega che ce l'ha con me perché sono il sindaco di Roma».   Proprio su questo terreno non mancano le insidie. Il «divino» Otelma gli ha predetto il ruolo di ministro della Difesa nel 2013. Alemanno non ci pensa proprio: «L'idea di tornare al Governo non mi entusiasma particolarmente perché sono molto concentrato su Roma. Il mio primo mandato è quello di far bene nella Capitale». Ma non esageriamo. Addirittura sindaco di Milano? «Sono nato a Bari, sono giunto fino a Roma, arrivare a Milano mi sembra veramente troppo».  

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