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Bce: la crisi è al punto di svolta

Jean-Claude Trichet

Eurozona, inflazione a -0,7

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Era la parola più attesa da ormai due anni. Da quando cioè la crisi dei mutui Usa ha trascinato l'economia internazionale nel baratro. Ieri a pronunciarla per la prima volta è stata la voce autorevole della Banca Centrale Europea. «Siamo al punto di svolta» hanno messo nero su bianco gli economisti della Eurotower. Non significa che la recessione è finita. Anzi il momento è uno dei più delicati perché basterebbe un piccolo inceppamento per mandare all'aria quel filo di fiducia che si comincia a intravedere ma a parte questo, che non è un dettaglio, la fine del tunnel sembra veramente a portata di mano.   Si è insomma secondo l'espressione inglese usata dai tecnici di Francoforte in una situazione di «Bottoming out», ovvero «toccare il fondo, cominciare a riprendersi, superare il punto critico». In particolare, nell'area euro «i recenti risultati delle indagini suggeriscono che il ritmo di contrazione» dell'economia «stia chiaramente diminuendo», e che nel 2010, sottolineano ancora dalla Bce, «a una fase di stabilizzazione seguirà una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo». L'inflazione bassa o negativa sarà solo temporanea, il pil tornerà a crescere nel prossimo anno. L'unico cruccio è la disoccupazione che resterà alta per effetto dell'onda lunga della crisi. La Bce si aspetta che i «senza lavoro» crescano fino al 9,7% nel 2009 e al 10,9% nel 2010. Per poi tornare lievemente a scendere nel 2011, al 10,6%. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime del prodotto interno lordo nella zona euro. Per il 2009 gli esperti della Bce prevedono un calo del 4,5%. Ma già dal prossimo anno è atteso il ritorno del segno positivo: +0,3% nel 2010 (una previsione rivista al rialzo rispetto al precedente +0,2%), mentre nel 2011 il pil dovrebbe crescere dell'1,5%. Quanto ai prezzi secondo la Bce «la stabilità dei prezzi sarà preservata nel medio periodo, continuando a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie nell'area euro». Nel dettaglio le stime danno per il 2009 un tasso di inflazione dello 0,4% per il 2010 dell'1,1% e per il 2011 dell'1,6%. Infine i conti pubblici. Secondo la Banca centrale i governi europei «dovrebbero predisporre strategie di uscita dalle misure di stimolo e strategie di riequilibrio dei conti che siano ambiziose e realistiche, nel quadro del patto di stabilità e crescita».   Le aspettative positive indotte dalla Bce sono state suffragate anche dai dati di Eurostat sul Pil dei principali paesi europei. E che hanno messo in evidenza come grazie a un'inattesa crescita economica dello 0,3% nel secondo trimestre, Germania e Francia hanno sperimentato l'uscita dal tunnel della recessione. Come in Germania e in Francia, anche il Portogallo ha visto un imprevisto ritorno alla crescita economica. Nel secondo trimestre dell'anno l'economia portoghese è infatti cresciuta dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, stando all'Istituto nazionale di statistiche Ine.   L'andamento positivo e superiore alle attese del Pil di Francia e Germania fa ben sperare anche per l'Italia. Si avranno «effetti positivi» anche in Italia nel terzo trimestre dell'anno visto che l'economia del Belpaese è fortemente interdipendente con i paesi dell'Eurozona». La buona notizia ha messo in moto il dibattito anche nella politica italiana. «Le valutazioni della Bce non fanno che confermare quanto detto da altri indicatori: l'assestamento della crisi e i primi timidi segnali di una ripresa economica» ha detto il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola al Tg1, commentando i dati diffusi. «Un sano realismo accompagnato da ottimismo credo facciano bene alla ripresa economica del nostro paese», ha aggiunto Scajola. Ma il centrosinistra non ci sta. L'Italia è ancora nel mezzo della crisi e l'ottimismo sfoggiato dai sostenitori del governo è quantomeno prematuro ha spiegato Pierluigi Bersani: «Davanti ai dati di oggi (ndr) sull'economia quello che preoccupa di più sono i commenti del centrodestra che irresponsabilmente continua a lasciare intendere che il temporale è passato, anche davanti a cifre che raffigurano una situazione dell'Italia ben più negativa di quella degli altri Paesi europei». Parole che fanno replicare a Capezzone: «Gli uomini del Pd insistono con un fastidioso quanto inutile: tanto peggio tanto meglio».

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