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La teologia serve a comprendere le nostre radici

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Perquella struttura la scuola tutta intera è orientata verso una concezione del mondo immanentista ed antireligiosa. L'insegnamento della religione nelle scuole superiori fu una compensazione quasi simbolica data ai credenti all'interno di una scuola il cui orientamento di fondo era laicista ed antireligioso. È anche troppo facile osservare che lo studente non religioso trova un appoggio più che sufficiente per le proprie convinzioni nel modo in cui è strutturato l'insegnamento di quasi tutte le altre materie. Non è colpa dei credenti se la religione del laicismo tiene a configurarsi non come religione ma come filosofia o concezione scientifica del mondo e quindi non chiede un insegnamento religioso proprio. L'insegnamento della religione, inoltre, è regolato da intese fra lo stato e le diverse confessioni. Devono, queste convenzioni, essere tutte identiche l'una all'altra? Evidentemente no. Fermo restando il diritto di ogni famiglia a dare ai propri figli l'educazione religiosa che crede, ed ad avere in questo la collaborazione della scuola pubblica, è evidente che nessuna religione ha un rapporto con la cultura italiana così stretto come il cattolicesimo. Questo si riflette nel numero di studenti che chiedono l'insegnamento della religione cattolica e quindi nelle modalità organizzative di tale insegnamento. Una cosa è organizzare l'insegnamento della religione per la quasi totalità degli studenti, altra cosa è fare la stessa cosa per qualche centinaio di migliaia di studenti. Il nesso fra cattolicesimo e cultura nazionale si riflette anche in un altro aspetto. Gran parte del nostro patrimonio culturale è potentemente influenzato dal cattolicesimo, tanto che è del tutto impossibile comprenderlo senza una conoscenza almeno minimale della fede cattolica. Da questo punto di vista viene da dire che l'insegnamento della religione cattolica, non in quanto catechesi ma in quanto dato culturale, sarebbe di grande giovamento anche agli studenti di altra convinzione. Si può capire la Divina Commedia, si può apprezzare la Cappella Sistina senza una conoscenza minima della teologia cattolica? Ai fini curriculari oggi è possibile ottenere la valutazione di conoscenze acquisite su altre religioni diverse da quella cattolica. Se del collegio dei professori non fanno parte docenti di tali religioni la ragione è assai semplice: esiste un ostacolo organizzativo insuperabile dato dalla scarsa frequenza di studenti di tali confessioni. Meritoriamente negli ultimi anni si è cercato di superare la condizione di minorità cui l'insegnamento di religione era condannato nell'ordinamento derivato dalla riforma Gentile, in cui l'insegnamento della religione nelle superiori appariva come un corpo estraneo. Rocco Buttiglione

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