Due vie del gas Ma una lascia fuori Mosca
Tuttele strade del gas portano in Europa. Ma non tutte partono dalla Russia che con le sue immense riserve è in grado di approvvigionare per decenni l'Ue ma, allo stesso tempo, di comportarsi da monopolista in un settore delicato come l'energia. Così per aumentare la concorrenza in questo settore al South Stream la «pipeline» che, partendo dalle coste russe del Mar Nero arriverà in Bulgaria, sta per arrivare a conclusione l'intesa di massima per la costruzione di un secondo tubo per trasportare il metano dalle repubbliche centroasiatiche, come il Turkmenistan, verso l'Europa continentale evitando il passaggio nei territori russi. Due linee tracciate sulla carta che rischiano di diventare uno dei dossier più scottanti nei rapporti tra Europa e Russia. La prima pipeline, la South Stream, frutto dell'accordo tra Eni e Gazprom del giugno 2007, contribuirà a migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti di energia nell'Unione Europea e sarà gestito al 50% da Eni e al 50% da Gazprom garantendo una fornitura annua di 30 miliardi di metri cubi di gas. La vera novità è nel fatto che il gasdotto, che arriverà in Puglia, non passerà per l'Ucraina che in passato ha avuto spesso dispute con la Russia con gravi conseguenze sugli approvvigionamenti europei. Nell'ambito degli accordi tra Russia e Italia rientra anche Severenergia, la società detenuta al 60% da Eni e al 40% da Enel che controlla ex asset della Yukos. Sotto la catena di controllo di Severenergia ci sono società attive nel settore gas in Siberia. Gazprom dovrebbe rilevare il 51% della società con conseguente diluizione delle quote di Eni ed Enel (30% e 20% circa). Nell'aprile di due anni fa, i due gruppi italiani pagarono l'intero lotto 5,83 miliardi di dollari. L'altro gasdotto, il Nabucco, trasporterà il gas naturale del Caucaso, del Mar Caspio e potenzialmente del Medio Oriente collegherà la Turchia con l'Austria. Fra gli obiettivi dichiarati della conduttura c'è il rafforzamento della sicurezza dell'approvvigionamento per i Paesi componenti il consorzio e per l'Unione Europea nel suo complesso. A gasdotto ultimato, infatti, il metano che affluirà sul mercato comunitario proverrà da nuovi fornitori attraverso un nuovo corridoio. Il progetto Nabucco è nato nel febbraio del 2002 a seguito dell'interesse di due compagnie, l'austriaca Omv e la turca Botas cui si aggiunsero la bulgara Bulgargaz, la romena Transgaz e l'ungherese Mol. Nel 2004 il progetto fu approvato e nel 2005 è entrato nella fase di sviluppo e con la firma dell'accordo di joint venture fra i 5 soci che costituirono la società Nabucco Gas Pipeline International GmbH e le diverse sotto-società nazionali. Nel febbraio del 2008 è entrata nel consorzio anche la tedesca Rwe. Il 27 gennaio del 2009, durante il Nabucco Summit, la Banca Europea degli Investimenti e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo hanno garantito un adeguato supporto finanziario alla realizzazione del gasdotto. Infine, il 13 luglio 2009, è stato firmato ad Ankara l'accordo intergovernativo fra i Paesi pertner, alla presenza del Presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, del Commissario all'Energia Andris Piebalgs e dell'Inviato Speciale per l'Energia statunitense Richard Morningstar.