Calderoli: "Non sono gabbie salariali"

«Trattazione territoriale non gabbie salariali». Replica seccato il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, a tutte le polemiche piovute sulla Lega. «I giornali usano la forma per non far passare la sostanza. Noi chiediamo soltanto che la busta paga sia parametrata rispetto al potere d'acquisto e quindi al costo della vita che è diverso nelle varie realtà del Paese. Siamo sulla stessa linea del Premier. Toglierei subito l'Ires alle aziende che aprono e creano nuova occupazione al sud - aggiunge il ministro - e interverrei sull'Irpef al Nord». Le parole di Calderoli trovano l'appoggio del ministro all'Agricoltura Luca Zaia secondo cui «le contrattazioni territoriali, non le gabbie salariali, non sono un'eresia». E, se per Mastella sarà proprio quest'ultimo a risolvere la polemica, da tutto il mondo politico continuano a piovere critiche. Infuriato Saverio Romano, segretario dell'Udc in Sicilia: «La proposta è un'oltraggio all'unità nazionale e fa parte del piano strategico della Lega che mira a dividere in due l'Italia». Nella maggioranza critico nei confronti della proposta della Lega è Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl che vede nella mossa del Carroccio soltanto «propaganda per tenere a bada il suo elettorato».   Per Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Pd, «parlare di gabbie salariali significa essersi fermati agli anni '80». Pronti a tutto i sindacati, o meglio la Cgil. Epifani minaccia infatti lo sciopero generale e si dice certo, in caso di una legge in questo senso, del tramonto del patto tra Uil e Cisl con il governo in merito alle nuove forme contrattuali. A Francheschini che accusa Berlusconi di aver fatto «retromarcia», replica il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto: «La questione delle gabbie salariali non si è mai posta e per chi non l'avesse ancora compreso la questione riguardante i salari è stata ampiamente chiarita in tutti i suoi aspetti dal governo».