Stress, riso e un po' d'acqua: così si vive in prigionia
Peri familiari dei marittimi la gioia di poter presto riabbracciare i propri cari è valsa una notte insonne tra botti e bottiglie di champagne. Che non siano stati mesi facili per i dieci dei sedici marinai sequestrati in Somalia e per i loro familiari lo si capisce dalle testimonianze raccolte durante la prigionia e subito dopo la loro liberazione. «Non sono stati trattati bene» riferisce Susanna De Bari, moglie del cuoco pugliese Filomeno Troilo. «Non so cosa sia successo - ha aggiunto - mio marito non l'ha mai detto, ma mi ha riferito che è molto dimagrito. So soltanto che a Ferragosto lui sarà a casa con la famiglia». Da un'altra testimonianza, quella della sorella di Bernardo Borrelli, uno dei tre marinai campani a bordo del rimorchiatore, si apprende che la razione quotidiana di cibo che i pirati somali hanno destinato per mesi ai loro prigionieri è consistita in un po' di riso e mezzo litro d'acqua al giorno. «Sono stati giorni difficili - dice Antonella Borrelli -. Spesso nelle telefonate ci diceva che a bordo mancava l'acqua e che le condizioni non erano delle migliori. Inoltre, la pressione psicologica esercitata dai pirati è stata molto forte. Eravamo in contatto con la Farnesina, ci dicevano che stavano bene ma per noi non era sufficiente». «Erano stremati - aggiunge lo zio, Alfonso Borrelli - nelle telefonate agli inizi di giugno Bernardo ci diceva «fate presto ci danno un po' di riso e mezzo litro di acqua al giorno». Mesi difficili, fatti di stenti e di grande tensione in cui la supplica più frequente dei prigionieri, ogni qual volta avevano la possibilità di comunicare con i familiari, era «fate presto». Festa speciale anche a casa del comandante del Buccaneer, Mario Iarlori, che ieri festeggiava 23 anni di matrimonio. La Farnesina non ha ancora fatto sapere alle famiglie quando i loro cari partiranno per tornare a casa. «Non importa - dicono le mogli di Iarlori e del secondo ufficiale di macchina Tommaso Cavuto - l'idea di saperli liberi al momento ci basta». In attesa di poterli riabbracciare, magari per Ferragosto, come ha promesso alla moglie Ignazio Angione. Per lui e gli altri del Buccaneer sarà la fine di un incubo lungo quattro mesi.