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Le gabbie salariali dividono No di imprese e sindacati

Claudio Scajola

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{{IMG_SX}}"No alle gabbie salariali se queste sono intese come una discriminazione nei confronti del Sud d'Italia. Sì ad una contrattazione che tenga presente la produttività e la vicinanza al territorio dello stipendio delle persone". Prende posizione anche il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, sull'ipotesi, rilanciata dal premier Berlusconi, di differenziare i salari per macro-aree regionali. Mentre sindacati e Confindustria confermano il loro no, e ribadiscono: è un argomento che va affrontato dalle parti sociali, non dalla politica. Intanto la polemica, fra Nord e Sud, spacca a metà l'Italia. Sondaggi - Al Nord sono favorevoli ai salari parametrati il 75% dei cittadini. Percentuale che si rovescia al Sud: solo il 30% dice sì alle gabbie. È quanto emerge da un sondaggio Ipr Marketing condotto su un campione di 1.000 cittadini. Al Centro è contrario il 52% degli intervistati. Il consenso alla proposta, dunque, è trasversale rispetto a all'appartenenza politica, ma è fortemente influenzato dall'area di residenza. Il 48% degli italiani, in ogni caso, è convinto che la disparità di trattamento economico tra Nord e Sud ci sia già, e tale da rendere superfluo qualsiasi altro intervento. Vantaggi per il mezzogiorno - Opinione, quest'ultima, condivisa dal centro studi della Cgia di Mestre: «Le gabbie salariali esistono già», dato che i lavoratori al Nord guadagnano mediamente il 30% in più rispetto a quelli del Sud. Per l'organizzazione degli artigiani, però, se le gabbie fossero introdotte per legge «avvantaggerebbero i lavoratori meridionali», perchè potrebbero «far recuperare ai lavoratori dipendenti del Mezzogiorno un differenziale oggi esistente con quelli del Nord di circa 14 punti».   No di confindustria - «Siamo contrari, tali questioni devono essere affrontate dalle parti sociali nell'ambito della contrattazione: la storia è chiusa». Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, ribadisce con forza il "no" alle gabbie salariali di viale dell'Astronomia. Lo strumento migliore, spiega Galli, «è quello della contrattazione aziendale, per cogliere differenziali sia di costo della vita che di produttività». Gli fa eco il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello: per aiutare il Sud meglio «un piano pluriennale di investimenti in infrastrutture, una radicale riforma della pubblica amministrazione ed un'azione di forte contrasto alla criminalità organizzata». Bocciatura dai sindacati - Netto il giudizio di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl: «Stabilire salari per legge sarebbe un ritorno all'Unione Sovietica, scavalcando le parti sociali». Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl, definisce le gabbie «un errore che penalizzerebbe ulteriormente il Sud e vanificherebbe l'obiettivo di premiare la produttività» e chiede al Governo di confrontarsi con Regioni e sindacati «per un piano di interventi per aiutare il Meridione». Il leader della Uil, Luigi Angeletti, liquida l'argomento come «una polemica estiva, una stupidaggine impraticabile tecnicamente». Mentre la Cgil, per bocca del segretario confederale Morena Piccinini, va oltre e si dice «contrarissima» a uno strumento che «favorisce la disgregazione dell'unità del mondo del lavoro».

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