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Consensi a La Russa sulle regole militari

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InAfghanistan il codice penale militare di pace applicato ai nostri contingenti non basta più. Vista la pericolosità della situazione il governo sta predisponendo un apposito codice penale militare per le missioni all'estero. Di fronte ad una situazione sul terreno sempre più pericolosa servono nuove regole d'ingaggio per i militari impegnati in Afghanistan e nelle missioni internazionali. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa torna parlare della natura delle missioni italiane all'estero e sia l'Udc sia il Pd aprono. Un nuovo codice militare che, in sostanza, «somigli più ad un codice di guerra che di pace». «Dal governo Prodi in poi, tranne la parentesi dell'Iraq, il codice che si applica non è quello militare di guerra, bensì il codice di pace - osservava il ministro in un'intervista al Corriere della Sera - Se ci sono morti e feriti è come se questo avvenisse in una normale esercitazione. Tant'è che stiamo correndo ai ripari». Come? La strada l'ha indicata lo stesso ministro in Parlamento: rinforzando le protezioni dei mezzi di terra, aumentando il numero di velivoli a disposizione - arriveranno altri 2 elicotteri Mangusta che si andranno ad aggiungere ai 6 già presenti ed è stato raddoppiato il numero dei Predator (da 2 a 4) - consentendo ai nostri militari un atteggiamento sempre meno «pacifico», come testimonia la decisione di consentire ai caccia Tornado di sparare per coprire gli uomini impegnati sul terreno. Ma tutto ciò non basta, secondo La Russa. E dunque bisogna mettere mano alle regole, con un nuovo sistema che sia molto simile ad un codice militare di guerra. «È fondamentale che il nostro ordinamento giuridico sia adeguato e adattato alle missioni internazionali. E viste le reazioni - riflette il ministro - significa che non solo la mia analisi è giusta ma che è possibile anche una larga intesa tra maggioranza e opposizione senza che si debba ricorrere ad un provvedimento del governo». In Parlamento già ci sono alcuni testi predisposti sia dal centrosinistra che dal centrodestra. «Si tratta di una base da cui partire - dice La Russa - Poi servirà uno sforzo da parte di tutti per arrivare ad un testo concordato». Parole che trovano la disponibilità del responsabile difesa del Pd, Roberta Pinotti. «Un'intesa è possibile - conferma l'ex presidente della commissione Difesa della Camera - ma serve una normativa nuova ad hoc, tornare al codice di guerra è sbagliato». Attualmente, prosegue Pinotti, «ci sono i codici militari di guerra e di pace del 1941 che però sono pensati per una situazione del tutto diversa. A questi sono state apportate delle modifiche ma non c'è stata una legislazione nuova». Che diventa dunque importante non tanto per «combattere di più» ma per «tutelare la popolazione civile o i prigionieri». Aperture anche dall'Udc secondo cui il ministro, «dimostra saggezza». «I militari italiani - dice Luca Volontè - devono essere messi nelle condizioni politiche e militari di poter fare il proprio lavoro» e dunque l'Udc è disponibile al confronto, «con prudenza ma soprattutto con realismo». Critiche alla proposta di La Russa arrivano invece da Sinistra e Libertà, che presenterà una petizione popolare, e dal generale Mauro Del Vecchio, oggi senatore Pd ma in passato alla guida di diverse missioni internazionali, anche in Afghanistan. «La disponibilità dei mezzi in Afghanistan non sarà maggiormente garantita dall'applicazione del codice militare di guerra - dice - La scelta del codice militare di pace per queste operazioni è stata effettuata per garantire il personale militare in particolari delicate circostanze: alcuni reati come l'insubordinazione, disubbidienza e diserzione verrebbero perseguiti in modo molto più pesante dal codice militare di guerra».

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