Pdl e Udc più vicini, Casini conferma: "Si può fare senza cooptarci"

Tutti lo vogliono. Tutti lo cercano. Eppure lui continua per la sua strada. Pier Ferdinando Casini, leader dei centristi, non ci tiene proprio a farsi imbrigliare né dalla destra né dalla sinistra. E detta la linea in un'intervista rilasciata al Nuovo quotidiano di Puglia commentando l'eventualità di possibili avvicinamenti a Pdl e Pd in visione delle prossime elezioni regionali: «L'Udc non è disponibile ad essere cooptata nell'uno o nell'altro schieramento come partner essenziale solo perché ha il 10% dei voti. Non vogliamo e non saremo di complemento degli uni o degli altri. Noi lavoriamo perché ci sia un schema che riproponga il modello-Brindisi a livello regionale».   Un colpo alla botte e uno al cerchio senza dare certezza alcuna a nessuno schieramento. Un vecchio atteggiamento da prima repubblica che Casini sa ben gestire. E, sempre nell'intervista, spiega: «La questione politica è un argomento che affronteremo a tempo debito, non voglio fare lo sciacallo. Però, posso dire una cosa... C'è un modello qui in Puglia che si è affermato con forza alle elezioni amministrative recenti, è il "modello-Ferrarese", cioè il modello di una cooptazione della parte migliore della società civile nella politica». E continua: «Noi siamo all'opposizione della giunta Vendola, vedremo come andrà il congresso del Pd, cercheremo di capire se ci sono le possibilità di dare continuità alle esperienze amministrative che si sono avviate con le elezioni passate. Parliamoci chiaro: un centrosinistra allargato all'Udc non ci interessa. Se si vuole ragionare sullo schema di un nuovo meridionalismo bisogna mettere in campo anche nuove formule. Io indico quella di Brindisi - conclude - se altri hanno una soluzione migliore naturalmente sono disponibile a confrontarmi». Ecco pronta quindi una strazzata d'occhio centrosinistra, salvo poi ammiccare con il centrodestra. Entrambe le parti consapevoli che la partita per le elezioni regionali pugliesi la vincerà solo chi riuscirà a chiudere un accordo con l'Udc.   Ma, che tra i due litiganti, o pretendenti che dir si voglia, il terzo ne gode, l'ha capito anche Casini che ora gioca ad alzare la posta con la certezza di non rimanere con un pugno di mosce in mano. E così, nonostante quanto riferito in un'intervista rilasciata a Il Tempo dal presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, nella quale dichiarava che la strategia del partito «non è quella di scegliere gli alleati, ma quella di farci scegliere», sembra invece che l'intento vada proprio nella direzione inversa. O meglio il modus operandi dell'Udc sembra essere quello di non farsi mettere le briglia da nessuno dei due schieramenti e cercare di avvicinarsi a quello che magari è addirittura disposto a permettere all'Udc di candidare un proprio un proprio uomo alla guida della Regione.