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Pdl e Udc, alleanza in vista

Casini e Berlusconi

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Dal pranzo di Gallipoli, era l'agosto del 1994 al tavolo c'erano Massimo D'Alema e Rocco Buttiglione, all'aperitivo di Alimini tra Raffaele Fitto e Pier Ferdinando Casini. La Puglia, sempre più terra nell'occhio del ciclone dei media, accanto alle acrobazia di Patrizia D'Addario, insieme alle inchieste giudiziarie che stanno demolendo il governo Vendola, ritorna ad essere luogo principe delle diplomazie politiche e si candida a diventare uno dei laboratori più originali in vista delle regionali del 2010, nelle quali il ruolo di ago della bilancia spetterebbe di diritto all'Udc. I postdemocristiani, infatti, nel tacco d'Italia hanno raccolto un risultato lusinghiero 9,1% alle Europee, nonostante una forte emorragia di dirigenti e consiglieri comunali in marcia verso il Pdl. La centralità della Puglia diventa essenziale per rompere l'asse dei governatori di centrosinistra che unisce Antonio Bassolino, Nichi Vendola ed Agazio Loiero. In Campania, ad Avellino, il centrodestra ha già un canale privilegiato con le truppe di Ciriaco De Mita, in Calabria la musica è la stessa. Nell'ex laboratorio armonioso di Giuseppe Tatarella la partita, invece, è ancora tutta da giocare. Questa settimana, nel raffinato villaggio salentino di Serra degli Alimini, si è registrato un costante via vai di politici nazionali e locali. Tutti assorti nel rito tipicamente meridionale del «fare visita» a Pier Ferdinando Casini, in vacanza lì con la famiglia. Martedì pomeriggio, però, l'incontro al bar della piazzetta principale di vacanziero aveva ben poco. Seduti al tavolino a sorseggiare bevande gelate c'erano due ex rampolli democristiani, il leader Udc in tenuta sportiva e il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto, insieme alle rispettive signore, Azzurra e Adriana, con i pargoli che gironzolavano tra le sedie. I due sono legati da una solida e antica amicizia: nel 1994, infatti, Pier Ferdinando venne eletto proprio a Maglie, città natale di Fitto, con le insegne del Polo delle libertà, senza dimenticare che nel salotto di Ballarò, i loro confronti sono stati sempre privi di acredine. Dopo le forti frizioni pugliesi tra il Pdl e l'Udc, culminate con l'ingresso nella civica di centrodestra «La Puglia prima di tutto» di Salvatore Greco, ex responsabile nazionale degli enti locali dei centristi, l'aperitivo di Alimini va interpretato come un forte segnale distensivo. Il quadro pugliese, del resto, è in movimento. Ufficialmente alla Regione Puglia l'Udc non appoggia la giunta Vendola, ma ufficiosamente ha un assessore: è il responsabile dell'agricoltura Dario Stefano (ex Pd), naturalmente passato a salutare Casini ad Alimini... Più organico è il rapporto con il centrosinistra alla Provincia di Brindisi dove il presidente è Massimo Ferrarese, imprenditore dell'Udc, o a Foggia, dove i centristi hanno una buona rappresentanza in giunta. A Bari il candidato sindaco di Casini, Mario Russo Frattasi (l'ex legale di Toni Negri), si è dichiarato indipendente e al partito è andato un assessorato leggerino. Poi ci sarebbe l'asse privilegiato con l'ex signora della destra pugliese, Adriana Poli Bortone, che porta in dote i centoduemila voti raccolti come candidata alla Provincia di Lecce. Riposizionare l'Udc (corteggiato come le sirene con Ulisse dall'emissario di D'Alema, il senatore Nicola Latorre) nel centrodestra consentirebbe di mettere una seria ipoteca sulla riconquista della Regione Puglia, obiettivo su cui Fitto si gioca molto del suo futuro politico. A che condizioni? L'Udc potrebbe ricevere la proposta allettante di indicare il prossimo candidato presidente. L'identikit? È delineato da Lorenzo Cesa, che chiude a possibili accordi con Vendola: «Noi non voteremo mai un candidato di estrema sinistra. Il nostro modello? Un imprenditore moderato, attento al sociale... Una candidatura di equilibrio come quella che abbiamo presentato con il brindisino Massimo Ferrarese». La diplomazia è al lavoro. E non è detto che l'ambasciata di Fitto ad Alimini non abbia già portato i primi frutti. Come nel caso delle ultime dichiarazioni aperturiste di Casini: «Crediamo sia arrivato il momento per il governo di abbandonare la politica degli annunci e di farsi carico dell'esigenza di realizzare finalmente le tante riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno». La conclusione dell'ex presidente della Camera lascia più di uno spiraglio. «Noi, avendo a cuore gli interessi del nostro Paese, siamo pronti a fare la nostra parte».

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