«Costringiamoli a fare l'accordo con noi»
«Lo dico con amicizia, dobbiamo mettere l'Udc con le spalle al muro, obbligarli a fare l'accordo con noi. Costringerli, insomma, a prendere atto che l'intesa con il Pdl è quella più conveniente». Gaetano Quagliariello è in vacanza proprio in Puglia dove tra l'altro, per mandato ricevuto, deve aiutare gli organi del partito a scegliere il candidato presidente. E qui gli tocca duellare con Massimo D'Alema, sapendo che in palio c'è l'accordo con Casini e quasi certamente anche la vittoria finale. Il vicecapogruppo al Senato del partito del premier risponde piano al telefono, scandisce le parole, ostenta disponibilità verso l'Udc. Senatore, a che punto sono i rapporti con l'Udc? «Per certi versi siamo i partiti più vicini, per altri i più distanti». Su quali punti siete vicini? «Su tutto ciò che riguarda i principi, tanto è vero che facciamo parte entrambi del popolarismo europeo. Sui temi della bioetica, ad esempio, che sono questioni oggi ineludibili». E su cosa vi dividete? «Noi siamo per il bipolarismo che tende al bipartitismo, loro per un sistema basato su coalizioni». Così non si va da nessuna parte. «No, non è vero. Possiamo prendere in considerazione anche ipotesi che consentano all'Udc di sentirsi una forza autonoma, pur accettando la semplificazione del sistema voluta dagli elettori». Ma l'Udc pensa di fare accordi regione per regione, magari andando qui con il Pdl e là con il Pd. Lo potete accettare? «Dobbiamo accettarlo come base di partenza, cercando poi di mettere l'Udc in condizione di preferirci ovunque. L'importante è che alla base di tutto ci sia la politica». In Puglia siete più vicini all'intesa? «In Puglia partiamo da un orientamento dell'Udc che preferisce il Pd. È successo così a Bari e Brindisi». Però? «Però qualcosa sta cambiando, anche se dobbiamo fare presto, dobbiamo essere nelle condizioni a fine settembre di aver scelto i candidati per tutte le regioni». L'Udc sarebbe disponibile a ragionare su un candidato terzo. Il Pdl? «Siamo d'accordo. Dobbiamo pensare a un candidato che rappresenti il nuovo, che sia in grado di impersonificare il cambiamento». Casini pensa al modello Ferrarese a Brindisi, un candidato terzo. «Noi pensiamo al modello Chiodi in Abruzzo o Cappellacci in Sardegna». Ma Chiodi e Cappellacci erano già un politici. «Quello che conta è che siano riusciti a conquistare i voti moderati e a rappresentare una novità. Non siano per la conventio ad escludendum nei confronti dei politici. E non credo che l'Udc la metta su questo piano». Oltre alla Puglia sono possibili intese in altre Regioni? «Ovunque. Penso anche alle Regioni rosse, come Umbria e Marche dove, con l'accordo con il partito di Casini, potrebbero esserci delle sorprese».