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Napolitano chiede più integrazione

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Neldolore ancora percepibile, sebbene ormai lontano nel tempo, della tragedia di Marcinelle in Belgio le parole del messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno l'effetto di uno strattone alla coscienza di tutti gli italiani. Che allora, nelle miniere del Belgio, erano nel ruolo di immigrati. Gli stessi che oggi anche se componente ormai irrinunciabile del nostro Paese continuano a essere categorie deboli. Così forse pensando alla sofferenza di tanti concittadini costretti a trovare dignità e lavoro fuori dai confini Napolitano ha chiesto una piena integrazione degli immigrati e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Due «esigenze sociali e civili» e «diritti fondamentali». A leggere le sue parole nel 53° anniversario dell'incidente nella miniera di Bois du Cazier in cui persero la vita 262 lavoratori, 136 dei quali italiani, è stato Gianfranco Fini, presente ieri a Marcinelle. Un giorno di lutto per il mondo del lavoro. Così grande che dal 2001 l'8 agosto è stato dichiarato «Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo». Nel suo messaggio, Napolitano, dopo aver espresso la sua «ideale partecipazione» alle commemorazioni ha invitato le istituzioni e le forze sociali a porre «la massima attenzione e impegni coerenti» per realizzare pienamente i diritti all'integrazione e alla sicurezza sul lavoro. Un tema caro al Colle quello della maggiore sicurezza per i lavoratori. Che in questa occasione si lega a un'altra urgenza del Paese. Quella immigrazione che ha due facce. Quella sì della sicurezza ma anche, e soprattutto quella della maggioranza degli stranieri che contribuiscono a creare ricchezza e reddito. «In occasione della commemorazione del 53° anniversario della tragedia di Marcinelle - ha detto Napolitano nel suo messaggio - desidero esprimere i sentimenti di ideale partecipazione alle cerimonie con le quali si rinnova la memoria dei minatori periti in quella drammatica circostanza». «Il ricordo delle generazioni che hanno vissuto l'angoscioso periodo delle migrazioni dalle regioni più povere dell'Italia e hanno affrontato condizioni di lavoro gravose ed estremamente rischiose - continua il messaggio - deve costituire ulteriore motivo di riflessione sui temi della piena integrazione degli immigrati così come su quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di esigenze sociali e civili e di diritti fondamentali, il cui concreto soddisfacimento sollecita massima attenzione ed impegni coerenti da parte delle istituzioni e di tutte le forze sociali». «In questo giorno dedicato al ricordo del sacrificio del lavoro italiano nel mondo - ha sottolineato ancora il presidente della Repubblica - nel rivolgere il mio pensiero di solidarietà ed affettuosa vicinanza ai familiari delle vittime della tragedia di Marcinelle e di ogni altra nella quale sono periti i nostri emigranti, invio a quanti, in segno di omaggio, parteciperanno alle cerimonie un codiale saluto».

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