Il Cda nomina i vicedirettori di Raiuno e del Tg1

La matassa non è ancora completamente districata ma ieri il Cda della Rai ha fatto un altro passo in avanti per quanto riguarda le nomine all'interno dell'Azienda nominando i nuovi vicedirettori del Tg1 e di Raiuno. E così Susanna Petruni, Fabrizio Ferragni, Claudio Fico, Andrea Giubilo e Gennaro Sangiuliano affiancheranno Augusto Minzolini nella direzione del telegiornale della rete ammiraglia mentre Vilfredo Agnese, Maria Pia Ammirati, Ludovico Di Meo, Giuliano Lomaglio, Gianluigi Paragone e Daniel Toaff saranno i vicedirettori di Raiuno. Infine Angelo Teodoli ricoprirà l'incarico di Direttore del Palinsesto. Nessun colpo di scena. Tutto è avvenuto secondo un copione che sembrava già scritto. Nomine che rispettano le anticipazioni della vigilia (eccezione per la non riconferma a vicedirettori del Tg1 di Raffaele Genah e Roberto Rossetti), i tre consiglieri vicino all'opposizione parlamentare che non si sono presentati alla riunione e il voto di Paolo Garimberti che ha votato per i cinque vicedirettori del Tg1 astenendosi per i vice di Raiuno tranne che su Paragone sul quale ha espresso voto negativo. Un voto espresso quindi in piena coerenza con quanto nei giorni scorsi lo stesso Garimberti aveva annunciato, e cioè che non avrebbe più avallato decisioni del Cda in assenza di piena condivisione al suo interno, e in particolare nel momento in cui le nomine avrebbero riguardato risorse esterne all'azienda di Viale Mazzini. Da qui il voto contrario del presidente della tv pubblica a Paragone dato che il giornalista è infatti direttore pro tempore di Libero nell'attesa dell'insediamento di Maurizio Belpietro. E proprio Nino Rizzo Nervo, consigliere del Cda in quota al centrosinistra, giustificando la sua assenza alla riunione di ieri con una lettera a Garimberti, dichiara: «Ho esaminato i documenti sui vicedirettori distribuiti dal direttore generale nel Cda. Le proposte in molti casi contraddicono platealmente le raccomandazioni da te espresse in materia di nomine che io condivido totalmente». Posizione condivisa anche dal collega Giorgio Van Straten: «Avendo, infatti, da tempo concordato che l'ultima nostra riunione si tenesse il 30 luglio mi trovo all'estero e non sono quindi nelle condizioni di essere fisicamente presente, nè mi sembra che, alla luce di quanto successo negli ultimi giorni, sia possibile e serio fare una riunione di consiglio con sei componenti su nove collegati per telefono». Chiuso per il momento il capitolo nomine, ieri il Cda ha affrontato anche la vicenda legata alla conclusione della trattativa con Sky. Questione sulla quale il presidente ha auspicato un chiarimento che non ha tardato ad arrivare. Così, in un documento riservato consegnato già nella mattinata di ieri mattina ai sindacati dei lavoratori Rai, il direttore generale dell'azienda, Mauro Masi, mette un punto fermo sulle polemiche provocate dal mancato accordo tra Rai e Sky sulla permanenza delle reti RaiSat sulla piattaforma del network satellitare di Murdoch: «Se avessimo accettato le condizioni di Sky avremmo svenduto, anzi regalato, a Sky tutta l'offerta della Rai in aggiunta ai canali di RaiSat. Sarebbe stato, un atto contrario agli interessi ed alla tutela del servizio pubblico e non come alcuni sostengono, un favore a Mediaset o al Presidente del Consiglio». «Se avessimo accettato le loro pretese - sottolinea ancora Masi - la Rai avrebbe fornito gratuitamente a Sky la chiave per accedere a tutta la nostra offerta ed utilizzarla come traino per le proprie attività commerciali».