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Ho fatto un sogno La Lega vede la fine

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Finalmente,dopo una vita passata a pane e cicoria, peggio di Rutelli, negli archivi, nelle biblioteche e sui libri, sto per fare un pacco di soldi. Ho testè brevettato, infatti, il pupazzo scemo più scemo, parlante, portatile, a batteria stilo, adatto ai bimbi non acutissimi, fino a cinque anni. Solo per caso, il bamboccetto tronista e sparasciocchezze ha le fattezze, il tono di voce, l'erre moscia e il quoziente d'intelligenza non di Maria De Filippi, ma del leghista Federico Bricolo, l'unico senatore della Repubblica che - si mormora - possa vantare il primato mondiale assoluto di caduta rovinosa, tre volte al dì e per anni, sino alla maggiore età, dal seggiolone. Proprio per questo record di bestiali craniate periodiche, si dice che l'avrebbero premiato col laticlavio. Caligola buonanima, al Senato, mandava bei destrieri, veloci ed aguzzi di mente. Sono diventato ingordo, peggio di un comunista e, così, un altro mucchio di euro me li aspetto dall'aver scritto il soggetto per il film horror, intitolato «Il brico-seggiolone maledetto». Scherzo, naturalmente, e chiedo venia al cavallo, pardon al senatore Federico, anche se, seriamente, mi viene da aggiungere che il presidente del Senato, Renato Schifani, avendo più di cinque anni, magari portati bene, avrebbe dovuto tacere, evitando il confronto con quanti utilizzano la funzione denotativa per significare cospicue stronzate semantiche. Schifani avrebbe denotato maggior acume e coraggio, semmai, nel correggere l'affermazione leghista, in base alla quale loro, i padani, usano il tricolore per pulirsi il culo, specificando che, in realtà, costoro si riferiscono, purtroppo, alle loro labbra. Fin qui la presa in giro dovuta a chi fonetizza concime organico in pieno agosto. Pero, non è tutto. Ieri notte, non prendevo sonno, roso da un interrogativo: posto che la Lega non esiste, tantomeno la Padania od i leghisti, splendendo l'unico sole di nome Umberto Bossi, a che tante corbellerie (bandiere locali, dialetto padano, inni regionali) in fila per due col resto di quattro? Tentai di addormentarmi, da romanista, sognando non Totti, bensì la Ferilli, come mamma l'ha fatta e fin troppo bene, ma il sollievo del cespuglioso triangolo di Eros cedette il posto all'incubo Bricolo. Quindi, dopo l'insonnia agitata, la delusione e il marasma indotto dalle scemate a ripetizione, ecco, infine, l'illuminazione. Stai a vedere, opinai tra le coltri, che tante bischerate non scaturiscono soltanto dal QI di Bricolo, bensì dall'animale politico Bossi, il quale, in previsione di una caduta ormai certa di Berlusconi nell'autunno prossimo, sta cinicamente avviando una campagna a tutto campo, per slegarsi dal Pdl e giocarsi al meglio, con qualsivoglia nuovo alleato sia pronto a calarsi le braghe, le sue briscole. Attenti, dunque, a non ridere delle stronzate di Bricolo e neppure del consimile pupazzo grullo da me brevettato per il divertimento dell'infanzia confusa, perché, forse, Bossi, l'unico soggetto pensante della Lega, ci sta inviando un messaggio assai serio, per non dire drammatico: Silvio cade, io non affondo con lui, anzi mi guardo intorno e mi vendo al miglior offerente. Non solo donna Veronica, adesso c'è anche figliuola Barbara, il vegliardo incazzato Paolo Guzzanti, in aggiunta a Repubblica, Espresso, mass media stranieri e magari la Corte costituzionale, vindice del lodo Alfano, nonché qualche pm, al Nord e al Sud, indaganti full time ad personam. Insomma, Bossi, probabilmente, sa qualcosa più di noi e, perciò, si para il posteriore. L'uscita di re Silvio, tuttavia, per l'Italia sarebbe un disastro epocale, perciò preferisco baloccarmi con l'ipotesi dell'imbecillità leghista, piuttosto che ipotizzare un progetto serio e razionale, dietro le sortite estemporanee dei bamboccioni parlanti, pardon dell'esimio senatore Bricolo. La diffusa grullaggine, fra l'altro, caratterizza il Senato della Repubblica, tanto da convincerci ad abolirlo, con spargimento di sale grosso. Palazzo Madama, così com'è, con i suoi Bricolo, nuoce gravemente alla salute pubblica. Non c'è filtro che tenga, va cassato.

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