Berlusconi vola di nuovo da Putin
Niente L'Aquila. Dove era previsto per stamattina. E niente «conferenzona» stampa di bilancio politico prima della definitiva sosta estiva. Silvio Berlusconi si lancia di nuovo nella politica estera. Il presidente del Consiglio presenzierà infatti oggi alla cerimonia della firma per il rinnovo del contratto con cui la Russia si impegna a fornire alla Turchia sei miliardi di metri cubi di gas all'anno. Per la firma del rinnovo del contratto sarà appositamente nella capitale turca il premier russo Vladimir Putin che sarà ricevuto nella residenza di Erdogan. L'accordo, secondo le fonti, sarà firmato al termine dell'incontro tra i due al quale dovrebbe prendere parte anche il capo del governo italiano. A quanto sembra è stato direttamente Putin ad invitarlo ad Ankara, dopo un colloquio con Erdogan. Berlusconi torna dunque alla diplomazia commerciale estera, uno dei dossier che gli sono più cari. Ha deciso di volare nella capitale turca praticamente all'ultimo momento, mentre era sulla scaletta dell'aereo che lo stava riportando a Roma ieri, a metà pomeriggio. E soprattutto dopo che era già stata annunciata la sua visita a L'Aquila, per controllare come stanno procedendo i lavori della ricostruzione. Berlusconi aveva nei giorni scorsi invitato anche Umberto Bossi a venire a vedere l'edificazione delle case in legno e altamente tecnologiche che si stanno realizzando attorno al capoluogo abruzzese. Intanto il ritorno del Cavaliere nella Capitale è servito al premier per presenziare, ieri sera, all'incontro con le Regioni. Il presidente del Consiglio ha così riaperto il confronto con i governatori. «Sono particolarmente soddisfacenti per noi - ha detto all'inizio della riunione - i risultati che abbiamo raggiunto su questioni come il Piano casa e gli ammortizzatori sociali. Noi vogliamo tornare a quel periodo di collaborazione. C'è tutta la nostra disponibilità al dialogo». L'incontro, però, non ha prodotto i risultati sperati e la risoluzione dei problemi è stata rinviata al 4 settembre. «Berlusconi ha riconosciuto uno "sfilacciamento" nei rapporti tra Governo e Regioni - ha spiegato l'assessore al Bilancio della Regione Lombardia Romano Colozzi -. Nel merito non sono ancora arrivate le risposte ai temi posti. Il premier ci ha dato appuntamento al 4 settembre per risponderci insieme ai ministri competenti». Sulla stessa lunghezza d'onda il governatore abruzzese Gianni Chiodi: «Abbiamo sospeso la questione. Attendiamo il 4 settembre». Più dura, invece, la reazione del presidente della conferenza della Regioni Vasco Errani. «Il giudizio di questo incontro per noi non è positivo - ha spiegato al termine - e si confermano i punti di rottura sui punti che abbiamo sollevato. Speriamo di ricevere risposte chiare. O arrivano risposte vere per affrontare i problemi che riguardano i cittadini o le cose non cambiano. Anche il governo ha detto di volere collaborazione, ma non basta la volontà occorrono i fatti. L'esecutivo la deve smettere di procedere in maniera unilaterale come ha fatto spesso in questi ultimi mesi». Errani ha anche affrontato due dei nodi più difficili da sciogliere: quello di Fondi per le aree sottoutilizzate e la Sanità. Secondo il governatore dell'Emilia Romagna le Regioni temono che «sui Fas i fondi non ci siano. Non abbiamo più nessuna chiarezza sui numeri, chiediamo un'operazione verità». Per quanto riguarda la spesa sanitaria Errani ha detto che i governatori hanno offerto la propria disponibilità «a rivedere il Piano salute 2010-2013» ricordando che, comunque, le risorse stanziate per i prossimi due anni sono sottostimate. Inoltre le Regioni hanno invitato il governo ad avere un «atteggiamento più coerente» sui commissariamenti per i deficit sanitari. Insomma, per dirla con le parole del governatore del Lazio Piero Marrazzo: «Di positivo c'è soltanto che il filo del dialogo viene tenuto fino al 4 settembre».