Puglia, la sinistra minimizza ma l'inchiesta s'allarga
In Puglia non è successo niente. O quasi. In fondo lo ha detto anche Massimo D'Alema: «Siamo tranquilli, il Pd non ha né connessioni con la criminalità, né ha costruito i suoi bilanci con le tangenti». Al massimo, come ha eloquentemente spiegato il sindaco di Bari Michele Emiliano, «in Puglia è partito un attacco contro me e Nichi Vendola, che siamo sempre stati esterni ad un certo sistema». E sarà forse per questo che il Governatore pugliese assicura: «Fino a prova contraria non sono iscritto in nessun registro degli indagati, e poiché io la mia vita la conosco, so che non potrà mai accadere». Insomma, per dirla con le parole di un altro dalemiano e pugliese doc come il vicecapogruppo Pd al Senato Nicola Latorre, «in Puglia non esiste nessuna questione morale, anzi lì il governo regionale e le amministrazioni del centrosinistra stanno cercando di intervenire sui meccanismi che alimentano l'uso improprio del potere pubblico». A questo punto la vicenda sembrerebbe chiusa. Ci sarebbe solo un piccolo problema da risolvere: la versione dei politici confligge, e non poco, con quella dei magistrati. Al punto che ieri, al già ricco elenco di inchieste sulla Sanità pugliese, si è aggiunto un altro filone. La procura di Bari, infatti, ha disposto nuove acquisizioni di documenti relativi alla modifica dei criteri per autorizzare l'apertura di nuove farmacie nei comuni con popolazione sino a 12.500 abitanti e ad una serie di consulenze esterne. Una delle quali riguarda l'attuale assessore regionale alle Politiche della salute Tommaso Fiore. I carabinieri si sono recati all'assessorato e nella sede del Consiglio regionale. L'attenzione degli inquirenti è puntata sull'articolo 14 della legge regionale 19/2008 in cui si stabilisce che nei comuni cono popolazione inferiore ai 12.500 abitanti deve esserci una farmacia ogni 3.500 (il limite fissato a livello nazionale è di 5.000). E proprio contro questo articolo, lo scorso anno, il governo ha proposto ricorso dinanzi alla Corte costituzionale. Diversa la situazione consulenze. Nel 2006 l'assessorato regionale alla Sanità chiese una consulenza all'Università Policlinico di Bari che delegò Fiore. Il rapporto durò un anno e venne retribuito. È stato lui stesso a renderlo noto parlanto di un «atto di esibizione» consegnatogli dai carabinieri. Fiore ha poi aggiunto che successivamente, accettò la proposta di Vendola, di fargli da consulente personale per la sanità, gratuitamente, dal 2007 al 2008. Così, un altro uomo della giunta Vendola viene coinvolto, anche se marginalmente, nelle inchieste. Sarà anche vero che è tutto sotto controllo. Ma qui continuano ad indagare.