Benzina sempre più cara
La benzina si gonfia e i portafogli degli italiani continuano inevitabilmente a sgonfiarsi. L'esodo estivo incombe infatti e puntuale arriva il rincaro benzina. Ad inaugurare quest'anno il trend in salita è l'Agip che ha aumentato di 3 centesimi il prezzo della benzina arrivato a 1,34 euro e di 2,5 quello del gasolio ora a 1,162 euro. Rincari, anche se più contenuti anche presso i marchi Api/Ip, Erg, Q8 (solo per la verde), Shell, Tamoil e Total. Anche l'ultima fiammata era iniziata con un ritocco dell'Agip, che il 24 luglio scorso aveva rialzato, sempre di tre centesimi al litro, il costo della benzina, salita allora a 1,31 euro. Un rialzo inspiegabile secondo le associazioni dei consumatori che «in due settimane ha portato ad un aumento del 4,7%, 4 euro in più a pieno. Il gasolio è addirittura aumentato del 5,3%», spiega Carlo Pileri, presidente dell'Adoc. Un aumento che, continua Pileri, «frutta almeno 40 milioni di euro, considerando due pieni a viaggio per 10 milioni di italiani. L'Eni non ha mantenuto la promessa del blocco prezzi dei carburanti. Ci auguriamo - conclude - che l'Antitrust intervenga su questa speculazione che danneggia gli italiani e l'intero settore turistico, spingendo gli italiani a non muoversi durante l'estate». Anche Federconsumatori, Codacons, Adusbef e Codici denunciano l'insensatezza degli aumenti. Per Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori «è l'ennesima dimostrazione dell'inaccettabile meccanismo speculativo di doppia velocità di adeguamento dei carburanti, pronti a scattare al rialzo non appena le quotazioni del petrolio accennano ad aumentare, ma lentissimi ad adeguarsi quando queste ultime sono in ribasso». Il Codacons fa invece appello al Governo perchè «convochi l'Eni e chieda chiarmenti. Non è la prima volta che l'Agip inaugura la corsa al rialzo. Si sa che è price leader, ma proprio per questo dovrebbe mostrare un comportamento più responsabile, sapendo che poi le altre compagnie si adeguano ai suoi aumenti». L'Unione petrolifera non ci sta e accusa a sua volta le associazioni di fare «disinformazione. Si conferma l'assoluta correttezza di comportamento delle aziende, il cui riferimento restano i mercati internazionali. Il Brent è tornato per la prima volta dall'ottobre 2008 a superare i 73 dollari al barile, con un aumento, rispetto a fine luglio, dell'11%. L'andamento dei prezzi in Italia è stato "più cauto" di quello sui mercati internazionali, con rialzi inferiori a quelli visti in Europa». L'allarme viene da Fatih Birol, capo economista dell'International Energy Agency, che sull'Indipendent ha dichiarato che gli aumenti del petrolio potrebbero «soffocare definitivamente la ripresa economica» e i «governi dovrebbero preoccuparsene visto che la risorsa si sta esaurendo la produzione mondiale è probabile che raggiunga il suo picco entro 10 anni, una decade in anticipo rispetto ai tempi stimati». Un problema questo che non è di certo tra i primi pensieri dei vacanzieri preoccupati invece di dover passare le ferie sul terrazzo di casa invece che su una spiaggia in pieno relax.