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Mousavi: «Confessioni estorte con la tortura»

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Nelcontempo - mentre altri dieci oppositori sono andati ad aggiungersi ai cento già portati davanti ai giudici - il capo dell'opposizione iraniana Mir Hossein Mussavi (uno dei candidati sconfitti alle presidenziali secondo i dati ufficiali) ha alzato il tiro contro il regime affermando che tutte le confessioni fatte ieri da alcuni imputati «sono state estorte con la tortura» e non hanno quindi alcun valore. «Le confessioni fanno venire in mente le torture medioevali», scrive Mussavi nel suo sito e pone una domanda retorica, che non chiede risposta: «Di cosa vogliono convincere il popolo con queste confessioni che ricordano le torture del Medioevo?». E aggiunge: «Dicono che i ragazzini della rivoluzione hanno confessato durante il processo di ieri i loro legami con i nemici e un piano per rovesciare la Repubblica Islamica. Tutto quello che io ho sentito, sono i gemiti che fanno capire quello che hanno subito durante questi cinquanta giorni» di detenzione. Mussavi poi, come l'ex presidente riformista Mohammad Khatami, afferma che questo «è un processo dove tutto è truccato ... Presto vedremo invece finire sotto processo chi ha commesso questi crimini, le torture e gli interrogatori». In particolare Khatami - anch'egli nel suo sito dove è stato messo un comunicato al termine di un suo incontro con esponenti politici - ha definito il processo «contrario alla Costituzione, alla legge e ai diritti dei cittadini ... Questo tipo di messa in scena è innanzitutto contraria agli interessi del regime e mina la fiducia dell'opinione pubblica ... e le confessioni ottenute in queste condizioni non hanno alcuna credibilità ».

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