Da giorni arrivavano segnalazioni
Piccoliindizi. Sporadiche «confidenze» dei cittadini laziali che hanno fatto scattare l'allarme, le indagini e infine il blitz che ha portato al sequestro di dieci tonnellate di prodotti latticini e formaggi, da parte dei carabinieri per la tutela della salute (Nas) di Roma. Nell'occhio del ciclone è finito un caseificio di Monterotondo, in provincia della Capitale. Nel locale, ora chiuso a causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie, si impiegava latte in polvere per confezionare mozzarella, venduta come prodotto dop, e formaggi, che sarebbero - o lo sono già - arrivati sulle tavole dei romani e nei supermercati. «Il caseificio è piuttosto importante - spiega il capitano Marco Datti dei Nas -, direi di media dimensione. Un locale così, da 900 metriquadrati circa, forniva sicuramente i suoi prodotti ai supermercati della periferia e anche di Roma». Durante l'ispezione nel caseificio i carabinieri hanno trovato alcuni sacchi con all'interno del latte in polvere. Il titolare ha però la licenza per produrre solo con la cagliata. E alla domanda dei militari su cosa ci stesse a fare il latte in polvere nel locale, oltre tutto scaduto da più di un anno, ha risposto che erano stati alcuni rappresentanti ad aver portato quei sacchi e che lui il latte in polvere non lo ha mai utilizzato. I Nas ipotizzano invece che il latte in polvere - di provenienza francese - veniva utilizzato per fare il formaggio. Inoltre, il proprietario falsificava le etichette scrivendo ingredienti diversi da quelli di produzione. L'azienda, sempre secondo i carabinieri, utilizzava per la produzione, oltre al latte, anche materie prime non consentite (sequestrate una tonnellata), quali amido, fecola di patate e caseina. L'ipotesi di reato della procura di Tivoli è frode alimentare. Ma sequestrate le dieci tonnellate di prodotti, per un valore di 300 mila euro, resta l'allarme. Modificando le etichette è infatti difficile per il consumatore, se non impossibile, capire quale alimento è sicuro e quale no. Il consiglio, in questo caso, è affidarsi a marche note, già testate dal mercato. I supermarket più grandi, dicono dal Nas, difficilmente hanno tra gli scaffali prodotti poco «trasparenti». Più facile che alimenti nocivi o non in regola con la legge, in questo caso formaggi e latticini, possano trovarsi nei discount. «Non bisogna generalizzare, ma è un primo campanello di allarme contro questa tipologia di supermercati». E se per gli esperti quella sequestrata è sì «robaccia» ma non «avrebbe recato particolari danni alla salute», la Coldiretti si congratula con i militari. L'associazione qualche giorno fa aveva riportato la denuncia degli operatori del settore: «La metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere». In Italia - spiega la Coldiretti - in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. Dietro queste cifre si nasconde l'inganno e per questo - continua la Coldiretti - è importante l'intensificazione dei controlli. La risposta è arrivata da Monterotondo. Dieci tonnellate di prodotti sequestrati, che si aggiungono ai 648 mila chilogrammi di alimenti illegali che i Nas hanno tolto dal mercato, nel periodo giugno-luglio.