Nel Lazio il Pdl è ancora un sogno In Regione 4 sigle
Sonopassati più di quattro mesi dal congresso nazionale ma del Pdl alla Regione Lazio non c'è traccia. Eppure il 27 marzo scorso, quando alla Fiera di Roma si è aperta l'assemblea che ha battezzato il nuovo partito, gli entusiasmi degli esponenti regionali di Forza Italia e di An sembravano evidenti. Siamo ad agosto ma in Consiglio regionale non è cambiato niente: ci sono sempre due gruppi, due segreterie, due staff, due uffici diversi. Ci sono anche un paio di movimenti che avrebbero dovuto confluire da tempo nel partito unico del centrodestra ma ancora fanno melina. Si «firmano» Pdl, con tanto di carta intestata e biglietti da visita col simbolo, ma in Aula continuano a essere entità politiche distinte. Pazienza se in Campidoglio, alla Provincia di Roma e in tutti i Municipi della Capitale il gruppo unico del Pdl ha debuttato più di un anno fa. Alla Pisana no, ognuno fa per sé. Nonostante l'impegno profuso, almeno sulla carta, dai leader di centrodestra. Dichiarazioni a raffica, lettere inviate ai consiglieri, annunci e interviste per confermare di essere (e sentirsi) pronti al grande passo. «Dobbiamo fare presto», hanno insistito più volte gli esponenti regionali. «Poche settimane», pronosticavano più di un anno fa. Evidentemente c'è stato qualche intoppo e il ritardo è diventato cronico. Anche perché un capogruppo del Popolo della Libertà c'è già nei Consigli regionali di Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Nel Lazio, invece, sono quattro: uno di Forza Italia, Alfredo Pallone (che si è dimesso due giorni fa dopo essere stato eletto al Parlamento europeo), uno di Alleanza nazionale, Antonio Cicchetti, uno dei Socialisti riformisti, Donato Robilotta, e uno del Movimento libertà e solidarietà, Angelo D'Ovidio. Sigle a cui è stato semplicemente aggiunto «verso il Pdl». Una frasetta che in fondo vale poltrone e stipendi: ogni partito dispone di cinque contratti a tempo determinato per il personale di segreteria, uno per l'addetto stampa, uno per il capo dello staff e 1.566 euro lordi al mese di indennità per il capogruppo. Perché riununciarci? In fondo nel Lazio si tornerà alle urne tra otto mesi. C'è tutta questa fretta?